SafeCity sarà adottata dalla polizia locale del Friuli Orientale.
La sicurezza pubblica può nascere da un post. Entra nel vivo proprio in questi giorni nei Comuni di Buttrio, Cividale del Friuli, Moimacco, Premariacco, Prepotto, Remanzacco e San Giovanni al Natisone SafeCity, il primo social network italiano sulla sicurezza partecipata.
L’applicazione, che sarà presentata ufficialmente il prossimo 26 ottobre dal presidente della Comunità del Friuli Orientale Enrico Basaldella assieme a una guida in tema di prevenzione di truffe, raggiri, furti, fa parte del progetto Sicurezza della polizia locale finanziato dalla Regione.
SafeCity è una piattaforma che, attraverso un’App mobile, consente a tutti gli utenti iscritti di condividere tempestivamente le informazioni riguardo alle situazioni di degrado o pericolo alle quali assistono, comunicando direttamente con le istituzioni preposte al monitoraggio del territorio.
Come funziona.
Lo strumento è strutturato come un social network: l’utente scarica l’App dai principali Store e registra il proprio account. L’identità dei membri della community non è accessibile agli altri utenti, ma solo alle forze dell’ordine, a garanzia dell’affidabilità del segnalatore e per eventuali richieste di contatto a scopo di indagine o semplice informazione. L’unico elemento di identificazione condiviso con il resto del social è il nickname, scelto al momento dell’iscrizione, per tutelare la privacy di tutti coloro che vogliano contribuire fornendo informazioni, in massima sicurezza.
Per segnalare un evento sospetto o una situazione legata ai fenomeni di degrado, è sufficiente scegliere una descrizione tra quelle suggerite, indicare il grado di affidabilità di quanto osservato, segnalare la posizione, aggiungere una breve descrizione e una foto (se disponibile); quest’ultima sarà condivisa solo con le forze dell’ordine (tutela privacy), e infine pubblicare il post, che gli altri utenti potranno a loro volta confermare e ricondividere aggiungendo eventuali ulteriori informazioni. Le informazioni perverranno alle forze dell’ordine, grazie ad una piattaforma di raccolta e gestione dei dati, che consentirà loro di stabilire, in tempo reale, le zone “calde” più a rischio e di collaborare fattivamente e in modo più tempestivo con la popolazione.