La petizione contro il tracciato della Sequals-Gemona.
Assoluta contrarietà ad ogni ipotesi di collegamento stradale Cimpello-Sequals-Gemona del Friuli che impatti sul territorio del Friuli collinare, con la richiesta all’Amministrazione regionale di valutare altre soluzioni per affrontare i temi della viabilità in una prospettiva di sostenibilità ambientale e sociale, partendo anche dalla riduzioni delle emissioni climalteranti e del consumo di suolo.
È quanto chiedono gli oltre 14mila cittadini firmatari della petizione promossa dal Comitato per la Tutela della strada Quattro venti e delle Colline Moreniche in collaborazione con i Comuni di Fagagna e Moruzzo, consegnata ieri al presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin.
La petizione – come spiegato durante l’incontro istituzionale – nasce dallo studio di fattibilità presentato nei mesi scorsi dall’assessore regionale a Infrastrutture e territorio, Cristina Amirante, che ha indicato il cosiddetto “tracciato B Alternativa Quattro venti” come quello che risulterebbe meglio rispondente alle necessità della viabilità regionale, ma che, secondo le comunità dei territori interessati, avrebbe invece “un impatto devastante dal punto di vista ambientale, paesaggistico e sullo sviluppo turistico ecocompatibile del territorio”.
“Chi ha il compito di prendere le decisioni – ha esordito il presidente Bordin – deve fare una valutazione tenendo conto, da un lato, delle esigenze infrastrutturali del territorio e, dall’altro, di quelle che riguardano la salvaguardia e la tutela dello stesso, cercando di trovare una soluzione bilanciata“. Bordin ha così ringraziato i promotori della petizione per l’impegno profuso garantendo “la massima attenzione da parte del Consiglio regionale e dall’assessore Amirante sulla questione che sarà discussa e approfondita prossimamente in IV Commissione”.
Tra la folta delegazione che ha consegnato la petizione, il sindaco di Fagagna, Daniele Chiarvesio, il sindaco di Moruzzo, Roberto Pirrò, la ex sindaca Albina Montagnese e il presidente dell’associazione Quattro Venti, Maurizio Bosa, che hanno sottolineato “la straordinaria partecipazione e presa di posizione popolare alla causa, “auspicando che qualsiasi intervento la Regione voglia portare a termine a riguardo passi per un percorso condiviso”.
Le reazioni politiche.
“La petizione consegnata oggi in Consiglio rappresenta un segnale forte – ha detto la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) -. Oltre 14mila cittadini e cittadine che hanno sottoscritto la petizione per dire no a un progetto senza senso, che avrebbe deturpato un territorio che si sta sviluppando turisticamente, senza peraltro raggiungere lo scopo di una razionalizzazione della viabilità”.
“Se il traffico pesante che non utilizza le autostrade regionali cerca la via più breve per coprire le distanze – sottolinea la consigliera dem -, non è certo proponendo un percorso più lungo che si risolverà il problema. L’ipotesi di tracciato sulla strada dei Quattro venti pare essere stata accantonata, ma rimangono molti dubbi anche sulle ipotesi alternative, una delle quali potrebbe coinvolgere i Comuni di Dignano, San Daniele del Friuli, Majano e Osoppo, intercettando la strada regionale 463″.
“La straordinaria e tempestiva mobilitazione di 14 mila 462 persone per impedire il collegamento Cimpello-Sequals-Gemona nell’area collinare dimostra la grande sensibilità delle comunità a difesa del loro territorio contro il rischio concreto di una sua possibile devastazione e la forte contrarietà alla possibile infrastruttura per il suo impatto sull’ambiente e sul paesaggio, che pregiudicherebbe anche uno sviluppo turistico sostenibile. Si tratta di un principio importante di cui la Giunta Fedriga deve tener conto” ha commentato il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo.
“Allo stato attuale, di certezze non ce ne sono – ha continuato -, tranne che la volontà dell’amministrazione regionale rimane quella di trovare un ulteriore tracciato da imporre a qualche altro territorio, spostando il problema e dimostrando così ancora una volta l’assenza di un ragionamento complessivo e partecipato sulla strategicità di infrastrutture di questo tipo”.
“La morale, che dovrebbe essere da monito per il futuro – sono le parole di Serena Pellegrino di
Alleanza Verdi e Sinistra -, è che non si possono calare dall’alto delle decisioni senza coinvolgere le popolazioni e le amministrazioni locali, prime sentinelle di un benessere che va ben oltre un PIL economico, buono per pochi e pessimo per molti”.