Il direttore di Npld Fenollar i Sastre parla dell’importanza anche del friulano nella segnaletica
Nelle ultime settimane il tema della segnaletica stradale plurilingue ha tenuto acceso il dibattito sulla stampa locale. Tematica che, ricordiamo, è regolata da due norme regionali (la 29/2007 e la 13/2000) attuative della Costituzione italiana, della normativa europea e di quella statale. Sull’argomento abbiamo intervistato Vicent Fenollar i Sastre, direttore delle politiche e delle attività di sensibilizzazione dell’NPLD – Network to Promote Linguistic Diversity che lavora a stretto contatto con il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio d’Europa: «Una rete di governi nazionali e regionali, università e associazioni – come lui stesso ha spiegato – il cui obiettivo principale è di promuovere l’importanza vitale della diversità linguistica e facilitare lo scambio di buone pratiche tra governi, responsabili politici, operatori, ricercatori ed esperti di tutta Europa».
Come sa, in Friuli è nato un confronto sull’importanza dei cartelli stradali plurilingue. Cosa ne pensa?
«La vostra è una regione plurilingue ben rappresentata all’interno dell’NPLD dall’Agenzia regionale per la lingua friulana – ARLeF e dall’Università di Udine. Ritengo che garantire una segnaletica stradale multilingue sia fondamentale. I motivi sono molteplici. In primo luogo, rende una lingua di minoranza, nel vostro caso il friulano, visibile a tutti, contribuendo a farlo riconoscere come parte dello spazio pubblico del territorio. Serve inoltre a spezzare la tendenza ad assegnare alla lingua regionale il ruolo di lingua di comunicazione privata e alla lingua di maggioranza quello della comunicazione pubblica ufficiale. Inoltre, riconosce l’esistenza e i diritti di una comunità linguistica all’interno di una società.
Un forte elemento identitario, quindi?
«Sì, perché favorisce il senso di inclusione e permette ai membri della comunità di sentirsi valorizzati e rappresentati nella sfera pubblica, rafforzando la loro identità culturale. Garantire una segnaletica stradale multilingue è in linea con le convenzioni internazionali: la diversità linguistica è riconosciuta come un diritto umano fondamentale. Ci sono molte altre ragioni che dimostrano l’importanza dell’utilizzo delle lingue minoritarie nella segnaletica stradale, tra cui la promozione della coesione sociale, i benefici educativi e gli effetti positivi sul turismo, contribuendo ad attirare viaggiatori interessati a scoprire culture e lingue davvero uniche».
Qual è la situazione in altri Paesi europei?
«L’uso delle lingue regionali nella segnaletica stradale, in Europa, è piuttosto comune nei territori storicamente multilingue. Esempi di best practice sono, in Spagna, il catalano, il basco e il galiziano, ampiamente utilizzati. Un altro esempio significativo è il Galles, nel Regno Unito, così come la Scozia. Proprio la Scottish Highlands and Islands Enterprise ha pubblicato uno studio che dimostra come l’introduzione del gaelico nella segnaletica stradale abbia aumentato l’interesse per la lingua. Bene ha fatto, pertanto, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ad adeguarsi agli standard europei».