A Cordovado torna alla luce un antico insediamento romano.
La terra del Friuli riserva ancora molte sorprese: durante gli scavi per il metanodotto, infatti, sono stati portati alla luce i resti di un antico insediamento romano.
Il ritrovamento è avvenuto a Cordovado, in località Belvedere, in uno dei sondaggi eseguiti nell’ambito della procedura di verifica preventiva di interesse archeologico per la realizzazione del Metanodotto Mestre-Trieste Rifacimento tratto Silea-Gonars: ad una profondità di 1,70m dall’attuale piano di campagna, sono emerse le prime evidenze archeologiche di quello che può essere definito un ritrovamento eccezionale nella zona.
Dal rinvenimento a oggi le indagini archeologiche di approfondimento sono proseguite in alternanza con le esigenze di lavorazioni del cantiere per la posa del metanodotto di Snam Rete Gas, ad opera della ditta Denys Nv.
Gli scavi archeologici sotto la direzione scientifica della dott.ssa Serena Di Tonto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia sono eseguiti dalla società ARCHEO.KUN Srl di Parma con un team di professionisti.
Il sito è stato delimitato lungo l’asse scavo del metanodotto per una lunghezza totale di 200m, dei quali una porzione di ca. 100m appare interessata dalla presenza di resti strutturali di un insediamento di età romana. Per preservare i resti dell’insediamento e permetterne lo scavo in estensione è stata valutata con la Committenza e la Ditta esecutrice una variante al percorso del metanodotto, che è stato interrato ad una quota maggiore di quella prevista da progetto, attraverso la tecnica della trivellazione. Dopo la messa in opera delle tubature si è potuto pertanto procedere allo scavo in estensione dell’insediamento individuato.
Sono stati evidenziati nell’area i limiti di due strutture e di un tracciato viario presente tra le due. Di una delle due strutture, rinvenuta nella porzione occidentale dell’area indagata, è stato individuato un unico ambiente con una pavimentazione in tessere di laterizio e strutture murarie a livello di fondazione. La struttura più orientale, invece, risulta più articolata, e sono stati messi in luce tre ambienti e un’area esterna, con piani pavimentali in ghiaia e frammenti laterizi e strutture murarie dall’elevato più considerevole.
Tra le due strutture è stato identificato un piano lastricato, con orientamento est –ovest, con solcature di carro ben visibili per buona parte del piano. La stratigrafia indagata, i materiali raccolti e le tecniche murarie messe in opera per le strutture edilizie permettono di datare il sito tra il I/II sec. d.C. fino al IV secolo d.C.
Al momento le indagini sono ancora in corso per poter meglio definire le caratteristiche dell’intero complesso e per una miglior lettura delle strutture. Il rinvenimento si presenta come una scoperta archeologica eccezionale oltre che per l’assenza di scavi di contesti analoghi nella zona, anche per gli importanti dati che sta fornendo sulle diverse tecniche edilizie utilizzate, per i materiali restituiti e per lo studio della pianificazione territoriale antica nella zona e la definizione dell’antico corso del fiume Tagliamento in epoca romana.