Imparare una lingua giocando. È anche questo l’obiettivo del progetto realizzato dalla scuola di scacchi Vera Menchik e sostenuto dall’ARLeF – Agenzia regionale per la lingua friulana e che ha consentito la realizzazione del libro “SCACS. Dutis lis regulis dal zûc (e alc di plui)”. Per la prima volta in Italia, così, una lingua minoritaria, come il friulano, sarà utilizzata nelle scuole per l’insegnamento dell’antico gioco.
Il libro, in particolare, sarà presentato mercoledì 5 luglio a Tarvisio, alle 21, al centro culturale Julius Kugy, a margine del Campionato Italiano Giovanile che, proprio in quella località, prenderà avvio domenica 2 luglio. Interverranno i vertici della Federazione Scacchistica Italiana, il direttore dell’ARLeF, William Cisilino, oltre a Vanni Tissino, responsabile della Vera Menchik, che ha spiegato: «La capacità del gioco degli scacchi di superare i secoli e continuare a essere praticato, rimanda alla stessa forza delle lingue minoritarie in grado di tramandarsi nei tempi di madre in figlio. Da ciò è nata l’idea di un supporto vicendevole per un progetto di insegnamento del “nobil giuoco” in “mari lenghe”».
Il binomio friulano-scacchi.
Un binomio, quello friulano-scacchi, che richiama subito alla mente i vantaggi messi a disposizione dei bambini. Sono noti quelli di un’educazione plurilingue che, come dimostra la ricerca scientifica, determina per i più piccoli benefici di tipo cognitivo, sociale e culturale. Non sono da meno quelli rilevati con l’introduzione del gioco degli scacchi nell’età evolutiva. Pubblicazioni sull’argomento sottolineano come aiuti giovani e giovanissimi a raggiungere una serie di fondamentali obiettivi nello sviluppo della mente, della personalità e del comportamento. È sulla base di questa importante premessa che ha trovato terreno fertile il progetto. In programma c’è un percorso formativo che si avvarrà anche della pubblicazione bilingue – SCACS. Dutis lis regulis dal zûc (e alc di plui) – nella quale sono riportate tutte le regole scacchistiche. Uno strumento nuovo a disposizione di genitori e insegnanti per spiegare, ai loro figli e allievi, il muoversi armonioso, e talvolta avventuroso, dei pezzi, nelle sessantaquattro case che compongono la scacchiera.
Un opuscolo che punta anche a testimoniare l’importanza per una lingua minoritaria trovare spazio in nicchie di un parlato nuovo, ma allo stesso tempo antico. Gli istituti dall’autunno ospiteranno otto lezioni (con docenti che utilizzeranno proprio il friulano) nelle quali ci sarà una parte teorica e un’altra di gioco pratico. Al termine del ciclo gli studenti avranno appreso conoscenze necessarie per poter partecipare al Campionato Studentesco di scacchi. Al momento hanno già espresso il loro interesse numerosi istituti scolastici