Savogna, da tre settimane senza acqua potabile: i residenti vogliono il risarcimento

I residenti delle frazioni di Savogna senza acqua potabile da 3 settimane.

I residenti di alcune frazioni di Savogna e Pulfero sono da tre settimane senza acqua potabile, un divieto introdotto per un presunto inquinamento da idrocarburi. Ieri, sera, nel corso di una riunione in Municipio a Savogna, Cafc spa ha spiegato l’origine del problema, attribuendolo a un errore di manutenzione su una pompa dell’acquedotto di via Kennedy. Un ente esterno avrebbe utilizzato un solvente errato, il quale potrebbe essersi mescolato nell’acqua potabile, generando il persistente odore di idrocarburi che ha fatto scattare l’allarme.

La pompa sarebbe già stata sostituita, ma, riportano i cittadini, l’odore è ancora presente in diverse località del Comune di Savogna, tra cui le frazioni di Ieronizza, Dus, Stermizza, Barza
e Montemaggiore
. Secondo le analisi preliminari condotte dal CAFC e confermate dall’Azienda
sanitaria, l’acqua risulta potabile e con idrocarburi al di sotto della soglia massima consentita;
sono però attesi i risultati delle analisi chimiche complete per avere un quadro definitivo.

“Tuttavia – dicono i residenti -, il Cafc non ha fornito alcuna tempistica precisa per la risoluzione completa del problema del cattivo odore nell’acqua, generando ulteriori preoccupazioni tra i residenti. Il Cafc ha inoltre annunciato di essere in contatto con un’azienda specializzata della provincia di Brescia per valutare un intervento di pulizia delle tubature nelle abitazioni delle aree in cui l’odore persiste. Nel frattempo, sono stati distribuiti più di 3.500 sacchetti di acqua potabile alle frazioni di Savogna e Pulfero, e tale distribuzione proseguirà fino alla revoca dell’ordinanza comunale”.

In chiusura dell’incontro, a cui erano presenti l’ing. Massimo Battiston, direttore generale del Cafc spa., la sindaca di Savogna Tatiana Bragalini, e il vicesindaco Germano Cendou, con la partecipazione di alcuni consiglieri comunali, i cittadini di Ieronizza hanno consegnato una lettera al Cafc, la terza dall’inizio dell’emergenza, avanzando alcune richieste. La missiva è stata firmata anche da alcuni residenti delle frazioni di Dus, Barza e Montemaggiore.

Nel documento, gli abitanti delle Valli chiedono, tra le altre cose, il “risarcimento per danni e spese sostenute: I cittadini richiedono un indennizzo per i disagi e i costi aggiuntivi affrontati durante la crisi idrica, come previsto dagli articoli 1223, 2043 e 2055 del Codice Civile”, nonché “il rimborso per l’acquisto di sistemi di purificazione domestici, data la persistenza dell’odore di idrocarburi che continua a destare sospetti sulla sicurezza dell’acqua”.

Tra le richieste avanzate, anche il ripristino della potabilità e sicurezza dell’acqua, chiarezza e trasparenza nella comunicazione, la pubblicazione delle prime analisi del Cafc e informazioni dettagliate sulla causa dell’inquinamento e sui piani preventivi. Si chiede anche l’installazione di una casetta dell’acqua, come misura preventiva in caso di future emergenze.