Il 45esimo anniversario del terremoto in Friuli.
Riscatto, ripartenza, rinascita. Sono le parole chiave che politica regionale usa oggi a commento del 45° anniversario del terremoto in Friuli. Una tragedia che provocò 990 vittime, oltre 100 mila sfollati e circa 100 mila edifici danneggiati o distrutti.
Seppur con diverse sfumature, infatti, tutti i politici che oggi hanno voluto ricordare il sisma del ’76 hanno accostato il dramma vissuto 45 anni fa alle difficoltà legate all’attuale pandemia. Ma hanno ricordato anche, inevitabilmente, il coraggio, la solidarietà e l’ormai storica capacità della gente friulana nel reagire.
“La rinascita del Friuli nel post-terremoto è stata il frutto di molteplici aspetti, fra cui la capacità di rimboccarsi le maniche dei friulani, la volontà di mettersi a disposizione degli altri, la solidarietà ma fu dovuta, soprattutto, al senso di comunità. Dobbiamo riscoprire quel senso di comunità anche in questa pandemia, perché oggi i percorsi individuali rischiano di farci perdere la battaglia contro il virus”. Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, durante le celebrazioni per il 45esimo anniversario del terremoto del ’76, oggi, a Gemona del Friuli, accompagnato dal vicegovernatore Riccardo Riccardi e dall’assessore alle Finanze, Barbara Zilli.
“C’è un prima ed un dopo il sisma del ‘76 – ha scritto Roberto Revelant, sindaco di Gemona del Friuli, uno dei comuni più colpiti – . Oggi ricordiamo le vittime di quel catastrofico terremoto, non dimenticandoci nemmeno di quello che è accaduto dopo: i soccorsi, la solidarietà e la ricostruzione. I friulani hanno sempre dimostrato di saper trovare la forza di reagire e ripartire anche quando viene a mancare ogni certezza. Il nostro compito è di trasmettere ai nostri figli ed ai nostri nipoti tale eredità”.
“Per la ripartenza dalla crisi innescata dall’emergenza sanitaria – ha commentato il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Giuseppe Nicoli a nome di tutti i consiglierei –, lo spirito dev’essere quello della ricostruzione post-terremoto. La comunità regionale deve riscoprire i valori che allora le consentì di rialzare la testa, mentre noi consiglieri regionali siamo chiamati a recepirne le esigenze, per far sì che la Regione sia più che mai l’istituzione dalla quale famiglie, lavoratori e imprese riescono a trovare risposta a necessità e problemi”.
Di riscatto e resilienza ha parlato l’ex sindaco di Udine e ora consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell. “La ricostruzione del Friuli, dopo il terremoto del 1976 – ha detto –, è l’unico riscatto per le 990 vittime di quella sera del 6 maggio e per il dolore dei sopravvissuti. La ricostruzione divenne modello per il mondo”.
Il parallelismo tra le conseguenze che sta lasciando e lascerà l’attuale pandemia e il dramma vissuto con il terremoto del ’76 è stato al centro anche del pensiero di Diego Moretti, capogruppo del Pd in consiglio regionale. “L’esempio che ci arriva dal passato – ha commentato l’esponente dem – è quello dell’aiuto e della solidarietà della gente, lo sforzo di non lTerremoto Friuli, la politica Fvg: “Riscatto post ’76 sia esempio per ripartenza”asciare nessuno indietro. Un concetto spesso ripetuto anche oggi, ma accanto al quale è necessario guardare anche all’insegnamento che Zamberletti ha lasciato a generazioni di amministratori. Come avvenne nel periodo post sisma, allo stesso modo bisogna ripartire garantendo solidità al tessuto sociale e produttivo, nonché forza alle istituzioni locali, affinché nell’autonomia ci sia una sana collaborazione tra Stato, Regioni e Comuni”.
Sula stessa lunghezza d’onda il sentimento del gruppo regionale di Fratelli d’Italia. “La rinascita post sisma del ’76 – hanno commentato i consiglieri del gruppo – avvenuta dopo questo drammatico evento che segnò profondamente la storia della nostra regione, deve essere, oggi più che mai, la stella polare per la ripartenza dopo la crisi”.
Di “lezione di efficienza”, infine, parla il sindaco di Udine, Pietro Fontanini. “Quarantacinque anni fa – ha ricordato – il Friuli decise non solo di sopravvivere ma di rinascere, dando al nostro Paese e al mondo una lezione di efficienza, dignità e determinazione. Lo spirito stesso del popolo friulano è la gratitudine provata, ancora oggi – ha detto – per tutti coloro che portarono il loro aiuto e che è racchiusa in una delle immagini simbolo del terremoto, il muro con la scritta: Il Friuli ringrazia e non dimentica“.