Primavera e sciamatura delle api, i consigli degli apicoltori su cosa fare

Circa 500 richieste di intervento; numeri che arrivano a sfiorare le 2 mila telefonate se si considera tutte le persone che si sono rivolte la primavera dell’anno scorso anche a Polizia Locale o Vigili del Fuoco; con i primi tepori la scena sta per ripetersi di nuovo: parliamo della sciamatura delle api che proprio nei mesi da aprile e giugno iniziano un nuovo “viaggio” alla ricerca di una nuova “casa”.

É così che può capitare di trovarsi sui rami di un albero in giardino, ma anche in anfratti in muratura delle pareti esterne di casa, sciami con migliaia di api che a un occhio sicuramente non esperto possono sembrare pericolose.

A tranquillizzare i cittadini ci pensa, come ogni anno, il Consorzio Apicoltori della provincia di Udine che, gratuitamente, si occupa di recuperare gli sciami e portarli in nuovi alveari. “Chiariamo subito un aspetto: le api, a maggior ragione durante la sciamatura, non sono pericolose – tiene a sottolineare il presidente del Consorzio degli apicoltori più grande del Friuli Venezia Giulia, Luigi Capponi -. Le api di uno sciame, infatti, difficilmente pungono, perché sono talmente piene di miele raccolto per il loro viaggio, che non riescono a inarcare l’addome e far fuoriuscire il pungiglione”.

Cosa non fare.

“Certo – avverte il presidente – vanno comunque tenuti dei comportamenti corretti, come ad esempio non stazionare nei pressi dello sciame o, colpirlo con qualche oggetto o, a maggior ragione, spruzzare liquidi o gas velenosi. Questo sia perché è contro la legge uccidere le api, sia perché per una mano non esperta potrebbe rivelarsi controproducente con il rischio di far innervosire le api”.

Cosa fare.

Cosa fare quindi? Nel caso in cui uno sciame approdi in una proprietà privata, il Consorzio Apicoltori di Udine invita i cittadini a contattare direttamente il Corpo dei Vigili del Fuoco,
tramite numero unico di emergenza 112, che potrà immediatamente intervenire unitamente
all’apicoltore competente per zona. I Vigili del Fuoco, e solo loro, infatti, sono in possesso della lista degli apicoltori fornito dal Consorzio ed esperti nella raccolta, che si sono resi disponibili gratuitamente per il recupero degli sciami.

La sciamatura: qualche informazione

Quando il clima è quello giusto, con temperature miti, le api importano polline soprattutto prodotto da noccioli, bucaneve e salici, ma anche tarassaco e ciliegi. Questa situazione comporta l’inizio della deposizione da parte della regina di uova e, visto che risulta insufficiente il nettare “importato” dall’esterno, aumenta il consumo delle scorte già presenti nell’alveare. Da qui le sciamature, un fenomeno assolutamente naturale attraverso il quale, oltretutto, le api prolificano la propria specie.