Polveri sottili oltre il livello di guardia: le città più a rischio in Friuli

Gli sforamenti delle polveri sottili nelle città del Friuli.

Brugnera, Porcia, Sacile, ma anche Castions delle Mura, San Giorgio di Nogaro, Udine e Gorizia: in questi giorni grigi, sono molte le città del Friuli Venezia Giulia che hanno avuto un superamento dei livelli di guardia delle polveri sottili.

Nel Pordenonese e nella Bassa Friulana si registrano le situazioni più critiche. E’ Brugnera la località più inquinata con 43 superamenti annui (11 solo in questo dicembre) e un valore di Pm10 che ha raggiunto i 95 microgrammi al metro cubo a Santo Stefano. Porcia è arrivato a 87, Sacile a 91. Il Friuli Occidentale è particolarmente colpito poiché subisce l’effetto di trasporto inquinanti dal Veneto, con sostanze che si spostano fino a 70 chilometri dalla loro fonte di origine.

A Udine, il dato peggiore è quello della centralina Arpa di via San Daniele che, sempre il 26 dicembre, ha raggiunto il valore di 82 microgrammi per metro cubo. Superamento del limite di 50 microgrammi al cubo anche a Torviscosa (valore massimo settimanale 68 microgrammi al metro cubo) e San Giorgio di Nogaro (69).

E i dati relativi a ieri, 28 dicembre (gli ultimi disponibili) non mostrano grandi miglioramenti: se è vero che le concentrazioni diminuiscono, infatti, aumentano le centraline che indicano sforamenti, come a Udine, dove, a quella di via San Daniele, si sono aggiunte anche quelle di Sant’Osvaldo e via Cairoli (rispettivamente con 55 e 52).

Dati che non sono fini a se stessi: secondo l’Isde (Associazione medici per l’ambiente), all’inquinamento sono attribuibili ben il 30% di infarti, ictus e malattie cerebrali. Gli effetti dell’inquinamento sono gravi e variano da interferenze endocrine a problemi respiratori, favorendo anche il diabete, specialmente nei bambini. Insomma, da ciò che respiriamo dipendono molteplici malattie.

A condizionare le concentrazioni di polveri sottili non è solo la presenza di inquinanti nell’aria, ma anche il meteo, con lo scarso ricambio di aria. E lo sguardo va subito ai Pignarui dell’Epifania che possono risultare particolarmente impattanti sulla qualità dell’aria in condizioni di ristagno atmosferico, soprattutto a causa delle emissioni di materiale particolato e di composti organici, tra i quali il benzo[a]pirene.

Non a caso, Arpa Fvg ha già pubblicato sul suo sito alcuni consigli per minimizzare gli impatti dei fuochi sull’ambiente, invitando ad aggregare i falò (meglio uno grande di tanti piccoli) e assicurarsi del loro spegnimento completo per evitare che continuino ad ardere ad una temperatura bassa che prolunga l’emissione di sostanze inquinanti.