A molti friulani sono arrivati bollettini di pagamento del Consorzio di Bonifica.
A molti friulani sono arrivati per la prima volta degli avvisi di pagamento da parte del Consorzio Bonifica Pianura friulana: una (spiacevole) sorpresa che li ha colti alla sprovvista; così si sono rivolti ai rispettivi sindaci per sapere di cosa si trattasse, ma anche tanti primi cittadini erano all’oscuro. Insomma, una novità per tutti che ha scatenato un po’ di caos.
A fare chiarezza ci ha pensato lo stesso Consorzio, cui evidentemente molti avevano telefonato o scritto per avere spiegazioni e che ha quindi deciso di spiegare con una nota ufficiale le motivazioni delle cartelle.
“In questi giorni sta giungendo a cittadini e imprese l’avviso del Consorzio di bonifica pianura friulana relativo al pagamento dell’utenza 2024 – cita la nota -. Alcuni si sono sorpresi di aver ricevuto per la prima volta l’avviso e hanno segnalato ai Comuni la novità; in realtà il pagamento è richiesto per le attività dell’ente consortile (lavori idraulici e manutenzione del territorio) che non erano comprese nel vecchio piano di classifica del consorzio (ritenuto ormai inadatto dopo 20 anni). Aggiornato quest’anno, il piano ora ripartisce in maniera più equa la quota a carico degli utenti in proporzione, appunto, ai benefici ottenuti”.
La spiegazione.
In pratica, le 75-80 mila utenze che pagavano la tariffa del vecchio piano ora verseranno meno, mentre circa 5mila sono le nuove cartelle inviate a imprese e cittadini. “Per meglio chiarire presupposti, giuridici e di fatto, procedure ed evidenze riguardanti la definizione dei canoni dell’anno in corso – spiega il direttore Armando Di Nardo – il consorzio e i sindaci di Buja, Faedis, Moimacco, Povoletto, Remanzacco, Treppo Grande si incontreranno giovedì 15 febbraio; sarà l’occasione anche per illustrare le azioni del Consorzio sui territori e la programmazione a breve/medio periodo che coinvolgerà, per quanto riguarda la definizione delle priorità d’intervento, le amministrazioni comunali interessate al fine di individuare soluzioni condivise”.
L’ente si affretta a spiegare che non si tratta di uno strumento per far cassa “tant’è – continua Di Nardo -, che le entrate previste nel 2024 sono inferiori a quelle del 2023 sebbene il numero dei consorziati sia aumentato, e questo è ancora più evidente in alcuni Comuni dove si registra contemporaneamente un sensibile incremento del numero di consorziati e una rilevante diminuzione della contribuenza. I canoni sono stati, quindi, rimodulati in modo più equo, a seconda dei benefici ottenuti”.
Il documento, prima della sua approvazione in Regione, è stato preceduto da una consultazione avvenuta nel 2023 nel territorio con circa 25 incontri e con il coinvolgimento delle istituzioni. E’ stato poi approvato all’unanimità dal consiglio dei delegati e pubblicato all’albo pretorio di tutti i Comuni per eventuali opposizioni e osservazioni (che non sono pervenute).