Il calo demografico e il problema dell’occupazione in Friuli.
Una popolazione che invecchia sempre di più mentre mancano i giovani da introdurre nel mercato del lavoro: il calo demografico avrà pesanti ricadute sull’occupazione anche in Friuli Venezia Giulia dove si stima la “perdita” di decine di migliaia di potenziali lavoratori in pochi anni.
Il quadro emerge da uno studio della Cgia di Mestre: da qui al 2034, l’Italia perderà 3 milioni di persone in età lavorativa (15-69 anni), passando da 37,5 a 34,5 milioni, un calo pari all’8,1 per cento. E’ la conseguenza dell’effetto combinato dei pensionamenti e del decremento delle nascite che il Paese sta vivendo e che porterà, secondo l’associazione di categoria, a un “autentico spopolamento, anche di potenziali lavoratori, per molti territori”. Le aree che hanno un tasso di popolazione straniera più elevata, dovrebbero invece contenere la “perdita” di giovani.
Se già le imprese fanno difficoltà ora a trovare dipendenti da inserire, quindi, in futuro non promette un miglioramento. A farne maggiormente le spese, secondo la Cgia, saranno soprattutto le micro e piccole imprese mentre per le medie e grandi il problema sarà di minor impatto grazie alla possibilità di offrire stipendi più elevati, welfare e benefit aziendali.
Il fenomeno in Friuli Venezia Giulia.
Secondo il report, la nostra regione perderà da qui al 2034 ben 50.195 persone in età lavorativa (15-69 anni), passando dalle attuali 736.364 a 686.169, con un calo medio del 6,82 per cento. Di fatto, una diminuzione minore della media italiana (8,06 per cento), tanto che il Fvg è al 15° posto nazionale (andrà meglio a Lazio, Toscana, Lombardia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, dove il calo sarà più contenuto).
Il fenomeno, però, sarà diversificato tra i vari territori, con quello udinese che registra le previsioni peggiori: l’ex provincia di Udine, infatti, perderà 30.823 potenziali lavoratori, ossia il 9,73 per cento (da 316.943 a 286.120 persone in età lavorativa), stima che la piazza al 47esimo posto in Italia. Andrà meglio a Gorizia (- 5,46 per cento), Trieste (- 5,00 per cento) e soprattutto Pordenone, che fermerà il calo al 3,98 per cento. Una curiosità: l’unica provincia italiana che secondo l’analisi della Cgia aumenterà i potenziali lavoratori è Prato (+ 0,75 per cento), che risulta anche essere la provincia con più alta incidenza di popolazione straniera sui residenti (21,5 per cento).