È stato presentato ieri a Tolmezzo “Scarpetti. I scarpéts de Cjargne”, il progetto di tutela del patrimonio culturale per la valorizzazione della tradizione artigianale e del territorio, la formazione e lo sviluppo di nuova imprenditorialità promosso dal Museo Carnico delle Arti Popolari Michele Gortani di Tolmezzo e realizzato in collaborazione con Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ERPAC FVG, Carnia Industrial Park, ENAIP Friuli Venezia Giulia, Comunità di Montagna della Carnia e con il patrocinio del Comune di Tolmezzo.
Una rete di realtà importanti che hanno lavorato attivamente e insieme per la Carnia e in generale per la montagna dando forma a questo progetto che per la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, diventerà modello al quale riferisi per attivare altre iniziative di valorizzazione degli antichi mestieri del nostro territorio.
Scarpetti, infatti, è dedicato alla tutela e alla valorizzazione della cultura popolare e soprattutto di un sapere antico, fortemente radicato alla storia del territorio, attualizzandolo. Mira a formare – grazie all’istituzione di un corso di formazione di 80 ore realizzato da Enaip – e motivare l’attivazione delle persone con l’obiettivo di realizzare un progetto imprenditoriale che possa avere un ritorno per il singolo individuo e per l’intera comunità. E in questo un ruolo decisivo è quello di Carnia Industrial Park che attraverso “Le Botteghe artigiane della Carnia” potrà accompagnare i progetti artigianali per contribuire alla creazione di nuova occupazione e all’innovazione di modelli di microimprese artigiane.
Al centro di tutto la Cultura che diventa motore di impresa e creatività, attraverso un “luogo della cultura”, il Museo, che ripensa la propria missione, non più solo di tutela e conservazione, ma anche di soggetto attivo e propositivo per il benessere e la crescita della propria comunità, in linea con le direttive europee di ICOM – International Council of Museums.
“La storia degli scarpéts è una storia custodita anche dal nostro Museo. Una storia fatta di manualità, creatività, ingegno, in anni in cui c’era ben poco. La combinazione di ingegno e creatività è ciò che distingue l’artigiano dal semplice produttore di oggetti. E ogni oggetto – come lo scarpét – è un frammento tangibile di storia che ci connette con il passato, ci emoziona, ci fa riflettere sul presente e ci lascia ispirare per il futuro. L’aver accettato questa sfida, per noi significa lavorare sull identità del nostro territorio e delle sue eccellenze. È il modo di raccogliere la grande eredità lasciata da Michele Gortani: se gli articoli 44 e 45 della nostra Costituzione riportano due commi con provvedimenti a favore della montagna e dell’artigianato lo dobbiamo a lui” ha dichiarato Aurelia Bubisutti, Presidente del Museo Gortani.
“La Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia esprime il proprio plauso al progetto comunitario “Scarpetti. I scarpéts de Cjargne”, progetto che, attraverso le ricerche condotte dall’Erpac, intende ricostruire e valorizzare la storia di queste tipiche calzature locali. Un’iniziativa importante che mette in sinergia la Regione con il Museo carnico delle Arti Popolari Michele Gortani di Tolmezzo e l’Enaip, consentendo agli artigiani locali di apprendere la produzione di queste originali calzature friulane e di creare un’economia basata sulla cultura. Uno dei nostri obiettivi, infatti, è proprio quello di promuovere l’imprenditorialità nei contesti culturali, e questo progetto si allinea perfettamente con tale filosofia” ha dichiarato Mario Anzil, Vicepresidente e Assessore alla cultura e allo sport della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Il progetto.
Scarpetti è una storia, una visione e un marchio, per la tutela e la valorizzazione degli originali scarpéts carnici. Scarpetti è la storia della Carnia e di questa calzatura, che tramanda la bellezza unica di un accessorio fatto interamente a mano, che parla di cura, ingegno, dettaglio e sostenibilità.
Gli scarpéts piacciono a tutti; sono diventati rapidamente un accessorio di moda, desiderato e acquistato. Ma quello che spesso viene proposto come “originale” in verità non corrisponde sempre alla realtà. Ecco perché, prima di tutto, Scarpetti si propone di riposizionare una corretta narrazione del nostro patrimonio culturale.
Il progetto ha previsto diverse attività.
1) La storia: la ricerca storico-etnografica
La prima attività messa in campo è stata quella di fare il punto sulla letteratura esistente e avviare una prima indagine di antichi documenti, che ha toccato, per ora, la Carnia e la Val d’Arzino. Gli esiti sono stati raccolti in una relazione realizzata insieme all’ERPAC e a cura di Monica Peron, che è disponibile sul sito scarpetti.it
Gli scarpéts, sono universalmente conosciuti come componenti dell’abbigliamento umile, in realtà sono stati oggetto di uso anche da parte dei ceti più agiati. Uniformi nella fattura, si differenziavano per materiali ed elementi decorativi: di panno o di velluto, semplici o ricamati, erano indice di appartenenza a una classe sociale, a una determinata comunità, oppure erano il risultato individuale di fantasia e creatività. Negli antichi atti notarili dotali la parola scarpéts veniva registrata e trascritta nella traduzione italiana “Scarpetti”.
La ricerca fa emergere inoltre dettagli storici di quest’arte artigianale e la descrizione delle peculiarità della realizzazione manuale: dalla suola, alla tomaia, alle decorazioni dei ricami. Con una riflessione anche sull’innovativo e anticipatore concetto di sostenibilità riciclo e riuso dei materiali, che gli scarpèts rappresentano.
2) La memoria: il film
Sono otto le donne carniche che hanno accettato di essere intervistate nella fase di ricerca del Museo Gortani, con il supporto di Lucia Del Prato. Con le loro parole, le loro memorie, i loro gesti, spesso tramandati di madre in figlia, hanno contribuito al racconto di Scarpetti, tanto che dalle riprese è nato un breve film documentario di 30 minuti, realizzato da Paolo Comuzzi. Un racconto di storie di vita, comunità e territorio, che ci aiuta a comprendere come i veri scarpèt carnici si distinguono da qualsiasi altra calzatura simile.
“Gli Scarpets sono l’ennesimo miracolo dell’ingegno, della capacità e della laboriosità delle donne carniche, ma sono anche il simbolo di un Friuli che ha insegnato e continua a insegnare che le cose si possono fare, e bene, anche con poco. I blecs utilizzati per realizzare gli scarpetti, erano esempio di riutilizzo e riciclo, di virtuosità e di lungimiranza. Parlare di scarpets non significa elogiare una calzatura che in chiave moderna può dettare moda (l’ha già fatto in un passato recente), ma un modo di pensare e di essere: utilità, resistenza, forza. Insomma, caratteristiche che rispecchiano il carattere dei friulani e dei carnici, coriacei e resistenti, ma anche piacevoli e accomodanti. Questo progetto esalta il passato per portarci a vivere consapevolmente il futuro, confermandoci ancora una volta che un popolo senza passato è un popolo senza futuro” – ha sottolineato Barbara Zilli, assessore regionale alle Finanze.
3) La tutela: il marchio “Scarpetti”
Il progetto ha previsto, grazie al supporto dello Studio Cover, la registrazione del marchio “Scarpetti” ritrovato in antichi atti notarili dotali. Il marchio registrato aiuterà la tutela del patrimonio dell’arte artigianale degli scarpèts della Carnia quindi, in tutta la loro storia e varietà, legate alle vallate e ai paesi e permetterà a coloro che rispetteranno il disciplinare di manifattura di richiede al Museo la licenza per il suo utilizzo.
4) Il futuro: la formazione e le opportunità per nuova imprenditorialità
Legato al progetto nasce un pacchetto formativo che sarà realizzato e gestito da ENAIP FVG con la collaborazione scientifica del Museo. Il corso è stato progettato su misura e prevede una formazione di 80 ore che si avvierà il 2 ottobre 2023.
I partecipanti – massimo venti (20) – verranno selezionati in funzione di interesse, capacità e obiettivi. Il corso si terrà a Tolmezzo, al Museo, e saranno proprio le capacità delle donne carniche, unitamente agli esperti individuati da ENAIP, a formare i partecipanti.
L’avvio del primo corso pone le basi per lo sviluppo di un’offerta mirata alla costruzione di nuova imprenditorialità sul territorio. Sfida che sarà raccolta da Carnia Industrial Park che attraverso “Le Botteghe artigiane della Carnia” potrà accompagnare progetti artigianali per contribuire alla salvaguardia di competenze, allo sviluppo economico del settore, alla creazione di nuova occupazione e nuova imprenditorialità artigiana e all’innovazione di modelli di microimprese artigiane.
“Da parte nostra – ha detto l’assessore regionale alla formazione Alessia Rosolen – il compito di costruire un modello da replicare per la valorizzazione e il recupero degli antichi mestieri presenti sul nostro territorio. Un intervento importante che partendo da azioni formative e percorsi di istruzione ha l’obiettivo di favorire le sinergie con il tessuto produttivo e di arrivare fino alla commercializzazione dei prodotti tipici della tradizione regionale. Una grande opportunità sia per promuovere l’occupabilità delle persone che per sostenere la vitalità imprenditoriale del territorio”.
5) Il sito e la campagna: “ il tempo della memoria è il futuro”
È online da oggi il sito scarpetti.it all’interno del quale convergerà tutto il racconto di Scarpetti, che viaggerà anche sulle strade della Carnia con il claim “Il tempo della memoria è il futuro” la campagna di comunicazione dinamica sui mezzi di trasporto extraurbani che raggiungono da Tolmezzo le varie località. Nel concept creativo passato e futuro si compenetrano e convergono in un’unica dimensione, quella del patrimonio, che va al di là di tempo e spazi. La campagna di comunicazione si avvale di alcune fotografie storiche di Umberto Antonelli, gentilmente concesse e conservate presso la Fototeca dei Musei Civici di Udine e l’Archivio fotografico “Gli Ultimi” di Tolmezzo.
Un concept che diventa anche fil rouge della nuova visione strategica e di comunicazione del Museo Gortani.