La nascita del coordinamento Fvg piccoli ospedali.
Recentemente si sono riuniti i referenti dei Comitati a difesa degli Ospedali di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile, che in quella occasione hanno anche dato vita a un Coordinamento regionale dei piccoli Ospedali, per denunciare la grave situazione dei loro nosocomi, oggetto da tempo di continui tagli e ridimensionamenti di funzioni e servizi, spesso mascherati da esigenze Covid.
“I nostri presidi ospedalieri sono sempre più indeboliti e considerati marginali nelle strategie della Regione e delle Aziende Sanitarie, provocando nei cittadini preoccupazioni e profondo disagio sociale ed economico” precisano i referenti Renato Osgnach (Comitato per la tutela della salute nelle Valli del Natisone – Cividale), Claudio Polano (Comitati gemonesi a difesa del San Michele – Gemona), Cesare Monea (Comitato Pedemontana Vive – Maniago) e Gianfranco Zuzzi (Comitato No Tagli Sanità – Sacile).
“In queste aree, prevalentemente montane e pedemontane, demograficamente e “politicamente” deboli e poco rappresentate – precisano ancora – i Comitati spontanei di cittadini, con la loro azione, si sono posti l’obiettivo di sensibilizzare Amministratori e cittadini, per una legittima rivendicazione al diritto costituzionale della salute, all’uguaglianza con gli altri territori della regione per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, in primis quella ospedaliera. Ciò soprattutto come doverosa risposta soprattutto alla popolazione anziana e alle sue fasce più deboli. Per questo chiediamo che ai nostri ospedali venga applicato il Decreto Balduzzi, che prevede il mantenimento di Presidi Ospedalieri nelle zone disagiate, montane e pedemontane, con difficoltà o distanza dagli Ospedali Hub o Spoke. Infatti il citato Decreto del 2 Aprile 2015, n° 70, nella sua applicazione prevede che un ospedale delle zone citate dovrebbe avere almeno 20 posti letto di Medicina, una Chirurgia Day Surgery o Week Surgery, con l’eventuale appoggio ai letti di Medicina per eventuali complicanze, un Pronto soccorso presidiato da medici di Emergenza/Urgenza, integrato alla struttura complessa del Dea di riferimento per garantire il servizio e l’aggiornamento relativo. Inoltre, una Radiologia con trasmissione di immagine collegata in rete al centro Hub o Spoke più vicino. Infine ambulatori in grado di dare risposte complete, che evitino l’attuale pesante pendolarismo fra strutture sanitarie“.
Tutte proposte, ricorda il Coordinamento, che “in occasione della riforma sanitaria targata Serracchiani, avevano proposto con uno specifico emendamento al disegno di legge, alcuni consiglieri dell’allora Centrodestra, con la firma anche dell’attuale assessore alla Sanità, Riccardo Riccardi. Ci rivolgiamo quindi all’intero Consiglio regionale e alla Maggioranza in particolare, affinché Cividale, Gemona, Maniago e Sacile tornino, con una parziale revisione dell’ultima riforma approvata dal Centrodestra, ad essere strutture ospedaliere con caratteristiche adeguate alle reali necessità di tipo sanitario della popolazione che vive in queste zone, soprattutto montane e pedemontane della nostra regione”.