I dati di Legacoop Fvg su violenze e molestie sul lavoro.
Una persona su quattro ha subito violenze o molestie sul lavoro in Friuli Venezia Giulia e, alla volte, senza nemmeno rendersene conto: è quanto emerge dal progetto avviato da Legacoop Fvg assieme a Inail Fvg e in collaborazione con Isfid Prisma, voluto proprio per accrescere la consapevolezza su questo fenomeno tra i lavoratori.
“Il sistema cooperativo – ha commentato la presidente di Legacoop Fvg, Michela Vogrig – deve essere in prima linea in questo campo perché come sua mission lavora proprio sul coinvolgimento dei soci e delle socie e quindi lavora per far accrescere una cultura del rispetto”.
Il 16% degli intervistati e delle intervistate, infatti, dichiara di aver subito violenza o molestie sul posto di lavoro. Ma basta riportare alcuni esempi di molestie o violenza ed ecco che la percentuale sale dell’8%, arrivando quindi al 24%. Perché chiedere a una lavoratrice di preparare un caffè al capo perché “le donne lo fanno meglio”, dover ascoltare barzellette a sfondo sessuale o essere chiamato “reginetta” perché gli hobby praticati da quel lavoratore non sono considerati come tipicamente maschili, per molti e molte inizialmente non sono considerati atti che rientrano nelle categorie di molestie sul luogo di lavoro.
I dati delle molestie sul lavoro.
Il progetto di Legacoop Fvg, che verrà portata come buona pratica nella tappa triestina dell’evento “Made in Inail”, è stato avviato nel maggio scorso. Nove le cooperative coinvolte di tutta la regione, per un totale di quasi un centinaio di lavoratori (28%) e lavoratrici (72%). Degli intervistati, come anticipato all’inizio, il 16% ha dichiarato inizialmente di aver subito molestie o violenza (84% no; 16% sì). Percentuale che sale, invece, al 24% dopo aver ascoltato dall’intervistatore alcuni esempi di violenza o molestia (76% mai subita; 24% sì).
A compiere molestie sono soprattutto le persone esterne all’azienda, come clienti dei punti vendita, pazienti o familiari (54%) mentre il restante 46% è riconducibile al personale dipendente della stessa impresa.
Per quanto riguarda il tipo di molestia o violenza subita il 5% ha dichiarato il pedinamento, il 5% un comportamento a sfondo sessuale, il 5% battute o gesti sessualmente allusivi, il 9% minacce, intimidazioni, ricatti per aver respinto delle avance, il 9% frasi equivoche a doppio senso, il 13% apprezzamenti verbali sul corpo e/o sulla sessualità, il 18% contatti fisici non richiesti, il 36% battute e/o gesti volgari.
Complessivamente, l’81% descrive le molestie subite quali apprezzamenti verbali sul corpo e/o sulla sessualità, battute e gesti sessualmente allusivi, battute e/o gesti volgari, contatti fisici non richiesti, frasi equivoche e a doppio senso. Un dato che evidenzia quanto siano frequenti alcuni modi di porsi nei confronti delle persone.
Rispetto alla frequenza degli episodi di violenza subiti il 64% riferisce di averli ricevuti da due a cinque volte, mentre le strategie difensive messe in atto dalle persone che riportano di aver subito la molestia confessano che il 33% ha reagito in maniera fisica o verbale, l’11% ha chiesto di non lavorare più insieme e l’11% ha finito per modificare il proprio abbigliamento.
Le interviste condotte durante il progetto hanno indagato poi le emozioni provate dalle persone dopo l’episodio di molestia. La maggior parte ha riferito rabbia, frustrazione, paura, senso di impotenza; l’82% delle persone intervistate ha riportato di non essere a conoscenza dell’esistenza di una procedura di segnalazione della molestia all’interno della propria azienda e il 64% ha dichiarato di non conoscere l’accordo regionale per il contrasto alle molestie alle molestie e alla violenza nei luoghi di lavoro sottoscritto il 12 gennaio 2018 con le Agci Fvg, Cgil, Cisl, Uil e la consigliera regionale di parità.
I commenti.
“Purtroppo – confermano da Legacoop Fvg – si tratta di un fenomeno molto sommerso, perché sono veramente poche le persone, donne o uomini, che denunciano. Dal nostro osservatorio, seppur parziale, abbiamo notato come ad esempio siano in aumento, soprattutto tra le giovani, i casi di molestie tra donne e come, per la stragrande maggioranza dei casi, le violenze o le molestie arrivino da persone esterne all’ambiente lavorativo, quindi clienti o fornitori per capirci. Ecco perché – proseguono dall’associazione – è fondamentale analizzare il fenomeno e mettere in campo delle buone pratiche per capire come creare le condizioni lavorative affinché questi episodi non si verifichino”.