Problemi in alcune scuole del Friuli, lavoratori chiamati all’ultimo momento
Avvertiti oggi per iniziare domani. L’avvio dell’anno educativo registra delle difficoltà in alcune scuole del Friuli: diverse persone, infatti, lamentano comunicazioni tardive per l’inizio del lavoro.
Alcuni istituti scolastici stanno chiamando per convocazioni già il giorno dopo, costringendo quindi a decidere al telefono se dare o meno la propria disponibilità, pena lo scorrimento della graduatoria. Il problema nasce perché diverse persone hanno già un lavoro e quindi si trovano a dovere chiedere eventuali aspettative o a presentare le dimissioni, senza i normali tempi previsti, rischiando quindi contestazioni.
“Purtroppo è da anni che funziona così e le supplenze hanno preavvisi di 24 o 48 ore – spiega Massimo Gargiulo, segretario di Cgil Flc Udine -. Ci sarebbe però da discutere sul come mai stanno ancora chiamando i supplenti: l’amministrazione dice che è tutto a posto, ma evidentemente non lo è. Lo spaccato che viene dalle scuole è che non tutti siano al loro posto. Le caselle che si sono riempite, non è detto che lo siano nel modo giusto. Il numero di ore assegnate corrisponde all’effettiva necessità delle scuole? Gli istituti non hanno tutti gli insegnanti di cui hanno bisogno. L’ultimo problema, raccolto ieri, è che il numero delle ore assegnate non è congruo, o per difetto o per eccesso: docenti chiamati per 8 ore, scoprono che devono farne 10 o viceversa”.
Quella del sindacato, specifica Gargiulo, non vuole essere una contrapposizione ideologica: “Non vogliamo dire che ogni anno sia peggio – spiega -, ma è un dato di fatto che non ci sia stato il miglioramento sulla procedura informatizzata dei precari. L’amministrazione dovrebbe riconoscere che il meccanismo non è efficiente e va rivisto, e dovrebbe ascoltare anche i sindacati, che sono immersi in questo mondo. L’anno scorso ho seguito 500 casi di precari, per sentirci dire che abbiamo sbagliato la domanda. La procedura informatizzata è benvenuta, ma deve essere efficiente e rispettosa dei diritti dei precari. Ci disorienta che si dica che tutto sta funzionando, purtroppo non è così”.