È appena iniziata l’ottava eroica impresa a due ruote del latisanese Giancarlo Bert. Lo spirito di libertà, l’esigenza di uscire dalla routine, ma soprattutto la voglia di vivere realtà differenti e di assaporare cibi caratteristici, sono solo alcuni dei fattori che da qualche anno hanno consentito al 67enne, di realizzare il sogno di una vita. Appesi gli abiti da impiegato al chiodo infatti, Giancarlo appena un mese dopo la pensione, ha dato il via ad una serie di imprese ciclistiche, nonostante il forte legame con la moglie Marisa, 64 anni e con la figlia Paola, 37, che riabbraccia sempre con una fortissima emozione al suo ritorno e alle quali non fa mai mancare una serie di souvenir.
Era il gennaio del 2017 quando Giancarlo, per la prima volta, zaino in spalla ed un paio di sacche da 20 litri l’una sul portapacchi, caricava la sua amata Mountain bike sul treno che da Latisana lo avrebbe portato in Sicilia, a Messina, dove avrebbe poi visitato tutta l’isola in sole due settimane. “Era il sogno di una vita poter girare il Mondo con la mia Mountain bike, sono sempre stato uno sportivo, ed appena ho avuto l’occasione ho cercato di realizzarlo” racconta Bert. “Il primo viaggio in Sicilia è stato incredibilmente emozionante, ma mi ha anche insegnato come avrei dovuto comportarmi nei viaggi successivi, soprattutto ho imparato a portare con me solo le cose essenziali”, racconta l’uomo. La maggior parte degli indumenti indossati durante queste imprese sono di carattere ‘usa e getta’, soprattutto calzini e biancheria intima. “Ho imparato ad ottimizzare al meglio ogni elemento che mi portavo appresso, imparando anche il riciclo e la sostenibilità – prosegue Giancarlo – inoltre non prenoto mai anticipatamente ostelli ed alberghi nei quali andrò a dormire, perché ogni viaggio dev’essere un’avventura unica ed irripetibile “.
Il secondo viaggio, a soli otto mesi di distanza dal primo, ha portato il ciclista a visitare la Puglia, sbarcando con la bici a Foggia e facendo ritorno alla stessa città dopo soli dodici giorni di intense pedalate. Centinaia di chilometri al giorno. Nel terzo viaggio di Giancarlo cambia qualcosa. L’esigenza emotiva si fa infatti più intensa e questo lo porta a visitare una delle città tristemente conosciute nella storia: Auschwitz. Questa volta, però, Giancarlo non carica la bici sul treno alla stazione di Latisana, ma ci sale sopra. Proprio così. È il 2018 e, forte delle due esperienze precedenti, parte alle prime luci dell’alba, attraversando – e fermandosi solo dopo aver percorso non meno di cento chilometri al giorno – Veneto, Lombardia, Austria, Cecoslovacchia ed infine Polonia. “È stato emotivamente molto forte fare visita ad Auschwitz, ho ancora la pelle d’oca al solo ricordo, ho potuto notare ancora la sofferenza negli occhi delle persone quando chiedevo indicazioni per andare in quel posto“, spiega Giancarlo.
Nel 2020, nonostante il periodo pandemico, in due settimane percorre la Sardegna, arrivando e ripartendo da Olbia con il traghetto. Ad aprile 2021 è la volta della Campania, dove ha avuto anche un piccolo infortunio, senza gravi conseguenze ” Stavo percorrendo una strada in discesa, sulla fantastica Costiera Amalfitana, quando dall’altra parte un’auto, per schivare la portiera di un altro veicolo, mi ha mandato fuori strada – racconta – sono arrivati subito i soccorsi che mi hanno medicato sul posto e me la sono cavata con qualche sbucciatura ed una ruota bucata”. A settembre dello stesso anno si avventura in Emilia Romagna, con lo stesso identico entusiasmo che ha caratterizzato anche l’ultima impresa, a giugno dell’ anno scorso, quella che lo ha visto partire dalla sua Latisana per poi arrivare fino ad Amsterdam, dove si è fermato tre giorni per ammirare musei, luoghi caratteristici e monumenti storici ( come quello di Anna Frank).
Oggi Giancarlo sta percorrendo la strada del suo ottavo viaggio. È partito lo scorso due maggio, un martedì, per andare a Parigi, città dalla quale poi prenderà un treno speciale che lo condurrà a visitare Londra tramite lo stretto della Manica. Conta di arrivare alla meta, entro un paio di settimane, salvo imprevisti “che sono sempre gli stessi, come il forare le gomme, nonostante siano costruite a posta per i lunghi tragitti, ma questo mi ha insegnato a diventare il meccanico di me stesso, porto sempre con me gli attrezzi indispensabili” tiene a precisare. “Ciò che mi spinge a non fermarmi mai è tutta la ricchezza che mi porto nell’anima alla fine di ogni viaggio, anche se, ad essere onesto, appena torno a casa chiudo la mia bici in garage e per un mese almeno la voglio nemmeno vedere”, ironizza Giancarlo. “La cosa che più mi ha colpito durante i viaggi è indubbiamente la solidarietà delle persone sia in Italia, sia all’estero, ho sempre trovato persone pronte ad aiutarmi, anche quando mi trovai in difficoltà a Colonia a causa di un grande concerto ed essendo pieni tutti gli alberghi, trovai un letto nel quale riposare soltanto a tarda notte”, racconta.
Una grande umanità ovunque, insomma, anche se qualche sassolino dalla scarpa non manca “se dovessi fare un appunto prettamente tecnico, mi piacerebbe che nelle nostre magnifiche isole, soprattutto in Sicilia, venissero ampliate le piste ciclabili – conclude Giancarlo – in quanto a ciclabili infatti, Austria Germania e Cecoslovacchia hanno molto da insegnarci dato che il 90% dei loro paesaggi ne è provvisto e mi auguro che anche nel nostro Paese questi accorgimenti vengano presi in considerazione “. Un uomo che parte in compagnia unicamente della sua bici e che ritorna, ogni volta sempre di più, con un’inestimabile ricchezza nell’anima.