Il prezzo del pellet è destinato a salire.
Un inverno caratterizzato da temperature miti e il pressing di Confcommercio furono l’anno scorso alla base della diminuzione del prezzo del pellet attorno al 30% dopo i forti rincari del periodo Covid, che avevano di fatto triplicato il costo del sacco da 15 chilogrammi da 4 a 12 euro.
Nel 2024, però, tornerà una stagione di aumenti a causa rialzo dell’Iva dal 10% al 22%. “Nonostante il governo, per non interferire con l’acquisto durante i mesi più freddi dell’anno, abbia deciso di mantenere l’Iva agevolata al 10% per gennaio e febbraio, in prospettiva il quadro è non poco preoccupante – commenta Filippo Meroi, presidente del gruppo Tecnoedili di Confcommercio provinciale di Udine – perché andrà purtroppo inevitabilmente a impattare sul prezzo finale“.
“La problematica è solo posticipata alla chiusura della stagione invernale e soprattutto alla prossima estate, quando gli acquirenti faranno provviste con il prestagionale in vista dell’inverno 2024/25 e i nostri imprenditori saranno costretti ad aumenti tra il 10% e il 15%. Parliamo di pellet di qualità, certificato, con un conseguente beneficio che interessa oggi il 35% delle famiglie, una platea triplicata nell’ultimo decennio. L’auspicio è che il governo ci ripensi, visto appunto il gran numero di cittadini che acquistano questo materiale”.