L’Aula Magna “Franco Frattini” dell’Università degli Studi Link di Roma ha ospitato la presentazione del Calendario Tricostarc 2025 “DIAKRONICA – Bellezza nel tempo” firmato dal fotografo internazionale friulano Italo Zannier e realizzato alla Giudecca di Venezia, che vede come protagoniste 4 pazienti oncologiche: Angela, Annalisa, Monica e Simona.
“Alzerei solo i toni per proiettarvi nel contagioso entusiasmo di quattro cuori diacronici pulsanti di gioia che in valigia hanno messo tutti i sogni, lasciando a casa tutte le preoccupazioni di una malattia che imponderabilmente cambia il corso delle cose” – ha sottolineato Giusy Giambertone, presidente dell’Associazione Tricostarc ets che dal 2009 ha introdotto la Tricologia Solidale ed è impegnata a migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da patologie tricologiche, a garantire il recupero della propria immagine corporea sostenendoli ed aiutandoli a riconquistare quell’autostima e quella forza necessarie per affrontare la malattia e gli effetti negativi e devastanti che la cura porta con sé. Associazione che ogni anno è a fianco delle pazienti oncologiche, protagoniste assolute del progetto etico del Calendario grazie al quale sono “interpretate” dall’arte fotografica di illustri maestri di fama internazionale, e che vivono come un inno alla bellezza, un invito alla visione positiva del percorso di cura e un momento di leggerezza all’interno di un periodo certamente arduo e difficile. Tra i tanti progetti avviati negli anni, inoltre, ricordiamo la Banca della Parrucca, attraverso la quale le parrucche donate vengono messe gratuitamente a disposizione di chi, per motivi economici, non può permettersela.
Il “novantenne indomabile” Italo Zannier.
Quest’anno a firmare il calendario Tricostarc 2025 è stato il “novantenne indomabile” Italo Zannier, friulano doc nativo di Spilimbergo, classe 1932, una vita dedicata alla fotografia come docente universitario, curatore e ideatore di mostre e rassegne internazionali, da “Venezia ’79.la Fotografia”, alla storica mostra “Italia Arte” al Guggenheim di New York, a quelle alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano, che ad oggi può vantare circa 600 pubblicazioni, fra saggi, libri e fotolibri, sia storici che fotografici, con le case editrici più importanti, frutto di un suo nuovo e diverso modo di fotografare, sempre attento alla tecnologia e ai diversi linguaggi espressivi.
“La scelta di scattare alla Giudecca e non nei luoghi iconici di Venezia” – spiega Zannier – “è dovuta al fatto che è un’isola, un borgo, nel quale la gente si conosce, ed è più facile trovare l’interazione autentica”. Oltre alla Giudecca il fotografo ha pensato ad altri set dove ritrarre le protagoniste per “dare nel calendario il senso del paesaggio, della vita di un luogo, di cosa c’è dentro”, nel quale “le modelle si muovono, dialogano interagiscono con l’ambiente”.
Tra questi anche lo studio della moglie Laura Mirè, stilista di moda che è un ambiente con delle sculture di maglia spettacolari destinate al museo della moda. Il lavoro è stato consegnato in un nucleo di ventidue fotografie scelte dal fotografo tra quelle realizzate, stampe originali firmate e autenticate. Nei suoi discorsi Zannier sottolinea l’importanza della “fotofania”, perché la sua foto, la sua opera, è quella stampata su supporto cartaceo, non un file digitale.
Le stampe che ha consegnato, quindi, nascono dalla sua visione, la sua interpretazione di luce, di sgranatura o meno, di più o meno a fuoco e lo ha fatto nel momento in cui lo stampatore gli faceva vedere l’immagine che non è possibile riprodurre nuovamente uguale a quella consegnata da lui, se non usando l’originale. Alla presentazione, curata dalla giornalista Laura Aprati, sono intervenuti, inoltre, le pazienti protagoniste, Lucio Fortunato, Direttore del Centro di Senologia Ospedale San Giovanni Roma e Presidente Fondazione Prometeus, Nicola Ferrigni (Professore Associato di Sociologia generale dell’Università degli Studi Link), Daniele Campo (Medico tricologo e docente di “Alopecie a impronta ormonale” presso l’Università “Luigi Vanvitelli”).