Artigiani in Friuli, cresce il fatturato, ma a far paura sono bollette e caro prezzi

L’indagine tra le imprese artigiane spaventate dal caro energia

Tra le imprese artigiane in Friuli, fatturato e occupazione sono in crescita, ma a spaventare sono il caro energia, l’aumento delle materie prime e la difficoltà a trovare manodopera.

A dirlo è la 33° Indagine congiunturale dell’Ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine, presentata oggi nel capoluogo friulano: secondo l’analisi, al 30 giugno 2022 in provincia di Udine si registrano 13.527 contro le 13.490 di un anno prima. Un segnale incoraggiante per il comparto, che archivia pure il primo semestre dell’anno in positivo, con +9 unità, saldo tra 513 iscrizioni e 504 cancellazioni.

Realizzata sulla base di 611 interviste, tra il 4 e il 29 luglio, ad altrettante imprese della provincia di Udine (un campione pari al 4,5% dello stock), l’indagine mostra che nel 1° semestre 2022 prevalgono le imprese artigiane in crescita (49,4%) su quelle in calo (22,3%) di fatturato, un risultato positivo dopo il crollo che si era registrato nel 2020 legato alla pandemia.

Si tratta del saldo più alto dal 2006, vale a dire dalla prima edizione dell’Indagine a oggi, sull’andamento del fatturato. Una tendenza che prosegue nelle previsioni degli intervistati: nel secondo semestre la stima è di una crescita ulteriore dei ricavi, intorno al +3,5%, positiva ma pari a oltre un punto percentuale in meno rispetto alla prima metà dell’anno. L’Ufficio studi rileva parallelamente un alto tasso d’incertezza: ben un artigiano su tre infatti (33%) non si esprime sull’andamento del business.

“I dati relativi al primo semestre dell’anno mostrano ancora una volta la reattività del settore artigiano che dopo i due anni del Covid ha ripreso la marcia, inanellando come bene mostra l’indagine congiunturale una crescita di diversi indicatori: dal fatturato all’occupazione passando per gli investimenti – commenta presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti, che invoca però la necessità di un’azione forte da parte delprossimo Governo per la nuove emergenza in essere -. Non facciamo in tempo a riprenderci da una batosta che se ne presenta un’altra: oggi il tema più urgente è quello del caro energia. Servono risposte strutturali dalla Regione, che si è già messa in moto, e dal futuro Governo, affinché le imprese possano investire in energie rinnovabili e sistemi di accumulo. È una transizione non più rimandabile. Ne va della stessa sopravvivenza delle nostre imprese oltre che della loro redditività”.

Tornando ai dati, tra il primo semestre 2021 e 2022 il fatturato è cresciuto in media del 4,4%. In forte espansione l’edilizia (+14,4%) e sopra la media anche il manifatturiero (4,9%). Crescita molto ridotta nei servizi (+2,4% quelli alla persona, commerciali e per asporto, +1,8% alle imprese), in calo l’automotive (aggregato ai trasporti, segna un -1,3%).

 Complessivamente l’occupazione segna un +1,8% al 30 giugno 2022 rispetto alla stessa data dell’anno precedente, dovuto soprattutto alla crescita nei servizi alla persone, benessere, ristorazione per asporto (complessivamente +7,7%) e manifatturiero (+6,1%), frena invece il settore delle autoriparazioni (-3,9%).

Lieve flessione, invece, per la fiducia nella propria impresa.

Per quantoriguarda gli investimenti, nel primo semestre del 2022 il 17,3% delle imprese artigiane ha fatto investimenti di rilievo, quote maggiori per trasporti e impianti, zero nelle autoriparazioni. Nel primo semestre del 2022 solo il 7,7 delle imprese artigiane ha esportato i propri prodotti o servizi.

Le criticità infine: al 1° posto si conferma la difficoltà di trovare personale da assumere che interessa l’81,8% degli intervistati, segue il problema dei costi energetici (71,4%), che supera quello delle materie prime (64,3%).