Parla chi si occupa per lavoro dell’assistenza ai disabili.
C’è una percezione particolare che riguarda i servizi di assistenza ai disabili: quello che non si tratti di un lavoro e che quindi debbano essere gratuiti.
Una percezione che, invece, le persone che ne hanno fatto una professione non condividono perché in quel campo hanno maturato professionalità e competenze. Così, alle polemiche nate dal costo di un trasporto per una persona in carrozzina, ha voluto rispondere Davide Sartori, presidente della cooperativa Dinsi une man, per spiegare anche il punto di vista delle aziende, che, come tutte, hanno a che fare con entrate e costi: “I costi di un’azienda come la nostra (che si occupa proprio di trasporto delle persone con disabilità, ndr), sono quelli di tutte le imprese, laddove lavorino regolarmente – spiega -: dipendenti, benzina, bollette. Il problema è il settore di riferimento: non si capisce perché si ritenga che questa non sia una prestazione professionale di un lavoro e che queste forniture dovrebbero essere gratuite. Molto spesso viene inteso o come un settore low cost di servizi di cui la pubblica amministrazione è responsabile dell’erogazione oppure come un servizio gratuito. Io lodo il volontariato vero, ma quello dipende dalla decisione dei volontari, se è strutturato è un’altra cosa”.
E tra gli esempi di costi, ci sono quelli della benzina. Dinsi une man lavora soprattutto con gli appalti del pubblico e si occupa di fornire anche un servizio tipo scuolabus per i ragazzi disabili: uno dei problemi è che il servizio viene pagato solo “a pieno”, ossia quando gli utenti sono sul mezzo di trasporto. “Ci è capito di avere un ragazzo dell’udinese che doveva essere portato a San Vito al Tagliamento – racconta Sartori -. Ebbene il Comune, pagava il percorso di andata quando lo portavamo, e di ritorno quando lo riaccompagnavamo a casa. I due viaggi “vuoti” ricadono quindi sull’azienda. Dispiace quindi che poi emergano episodi che possano dare una percezione che nulla a che fare con la realtà”.
Tra l’altro, sottolinea il presidente, per fornire questi tipi di servizi serve una preparazione specifica: “Un servizio che è professionale richiede requisiti difficili da ottenere e mantenere: gli autisti con la patente 5C hanno investito per ottenerla. Perché il servizio dovrebbe essere gratuito? Ha un costo, come tutti gli altri: il punto è che queste persone stanno lavorando e l’azienda crea valore, esattamente come ogni azienda. Nessuno si scandalizza quando c’è da pagare un notaio o un imbianchino. Non è colpa di chi fornisce un servizio se c’è un costo”.
Il vero tema, piuttosto, è quello delle scelte politiche a monte: “Gli aiuti – continua il presidente -, dovrebbero arrivare in maniera più semplice a chi ne ha bisogno. Il mio sogno è che i nostri servizi siano gratuiti: le possibilità non dovrebbero essere castrate da una situazione economica, ma spetta al pubblico fare delle scelte perché queste persone possano accedere a opportunità e non si debbano svenare per accedere a servizi”.