Vaccinarsi contro la pertosse per evitare rischi più gravi.
In meno di un anno, si è registrata un’impennata della pertosse in Friuli e l’Azienda Sanitaria Friuli Centrale invita a vaccinarsi per evitare rischi. Nel corso dei primi sei mesi del 2024, sono infatti stati notificati e microbiologicamente confermati 40 casi su tutto il territorio dell’AsuFc, in evidente aumento rispetto all’unico caso confermato in tutto il 2023.
Come viene evidenziato dagli esperti dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) nel loro comunicato dell’8 maggio 2024, l’epidemia di pertosse è attualmente presente anche nel resto dell’Europa dove la maggior parte dei casi ha interessato bambini e adolescenti ma, il rischio di sviluppare forme gravi di malattia riguarda soprattutto i neonati con meno di 6 mesi e le persone anziane.
Tale distribuzione dei casi è riscontrabile anche nel territorio di ASUFC, dove la maggior parte dei casi ha riguardato la popolazione pediatrica, ma anche diverse persone adulte e anziane sono state contagiate. Per alcuni di questi casi si è reso necessario il ricovero ospedaliero.
Di particolare rilevanza, il fatto che la metà dei 40 casi confermati non aveva ricevuto alcuna dose di vaccino contro la pertosse e un ulteriore quarto non aveva completato il ciclo vaccinale primario: in totale, quindi, ben tre quarti dei soggetti che hanno contratto l’infezione non aveva una protezione adeguata nei confronti della malattia.
Va detto che, vista l’elevata circolazione del batterio Bordetella pertussis, responsabile della malattia, vi sono casi confermati anche tra chi è correttamente e completamente vaccinato, ma questi ultimi sono nettamente inferiori. Considerando, infatti, che la stragrande maggioranza della popolazione è vaccinata, appare evidente che l’incidenza della malattia risulta sproporzionatamente più alta tra i non vaccinati (circa 20 volte maggiore), con un’efficacia protettiva del vaccino che è stimata essere superiore al 90%.
Vista l’elevata contagiosità della pertosse, sia per la protezione individuale che per arginare la
circolazione dell’infezione e proteggere le persone fragili presenti nella collettività, l’AsuFc raccomanda a tutti di verificare di essere in regola con la vaccinazione, che significa avere completato il ciclo primario costituito da 3 dosi ed essersi sottoposto ai richiami che, nell’adulto, vanno ripetuti ogni 10 anni circa.
Per proteggere dall’infezione i neonati nei primissimi mesi di vita, in cui la malattia può essere particolarmente grave, è raccomandata la vaccinazione delle future mamme, possibilmente tra la 27a e la 36a settimana di gravidanza. La vaccinazione (dTpa) fornisce protezione anche nei confronti del tetano e della difterite e non presenta particolari controindicazioni.
A partire dal terzo mese di vita, poi, tutti i neonati riceveranno dall’Azienda Sanitaria un invito personalizzato con appuntamento per la vaccinazione, a cui è fondamentale non solo aderire, ma anche farlo senza ritardo: posticipare il vaccino non dà alcun vantaggio, mentre lascia il bambino pericolosamente scoperto.