L’assessore regionale al Demanio Sebastiano Callari che questa mattina è intervenuto nella sede di Udine della Regione alla sottoscrizione dell’atto di consegna di 16 compendi immobiliari dall’Agenzia del Demanio alla Regione, a titolo gratuito, in attuazione del Decreto legislativo 146 del 2023 emanato ai sensi dello Statuto speciale. A sua volta, nelle prossime settimane, la Regione trasferirà i beni ai Comuni che ne hanno fatto richiesta e che stanno provvedendo a emanare le delibere nelle rispettive assemblee civiche.
“Mettere nelle concrete disponibilità dei Municipi che ne hanno fatto richiesta beni dello Stato dismessi da tempo e altrimenti destinati al degrado, significa consegnate a tutta la comunità del Friuli Venezia Giulia un patrimonio storico di vasta portata, una risorsa di non poco conto per la valorizzazione e la promozione del territorio sotto il profilo turistico e dei servizi, in un generale arricchimento a vantaggio delle comunità”.
Si tratta, in questa prima fase, dei Comuni di Ampezzo, Chiusaforte, Cividale del Friuli, Sutrio, Tarvisio, Tolmezzo, e San Martino al Tagliamento, rappresentati oggi dai rispettivi primi cittadini. Presente, tra gli altri, anche il direttore regionale dell’Agenzia del Demanio, Alessio Casci. Nelle prossime settimane l’Agenzia del Demanio procederà alla sottoscrizione degli atti di consegna della seconda tranche di beni: dieci immobili che si trovano nei territori comunali di Chiopris-Viscone, Gradisca d’Isonzo, Maniago, Osoppo, Pontebba e Pordenone. In totale saranno trasferiti 26 edifici dello Stato alla Regione e quindi ai Municipi.
Un’opportunità per valorizzare i luoghi storici.
“Una data importante, pertanto, quella di oggi – ha rimarcato Callari -. Con questo iter, sul quale la Regione con i suoi uffici ha lavorato con celerità e grande attenzione, si guarda infatti al raggiungimento di diversi obiettivi: da una parte rendiamo disponibili nuovi spazi a livello locale per l’avvio di progetti spesso già ben chiari agli amministratori locali, dall’altra bonifichiamo e diamo una nuova funzione a compendi nati con una destinazione militare poi decaduta, diversamente a rischio abbandono, con tutto quanto ne consegue. Un’operazione che ha molteplici valenze, quindi, tra le quali il mantenimento della memoria di spazi che hanno profondamente segnato la vita e la storia delle nostre terre e comunità”.
“Questi siti avranno concretamente una seconda vita: a servizio del turismo lento e sostenibile, tramite la creazione di aree di sosta, di itinerari e di spazi per la promozione dell’agroalimentare tipico e dei presidi Slow Food della nostra regione, come si guarda ad Ampezzo – ha fatto notare Callari -. E poi, ancora, ospiteranno ambienti museali, scuole, locali per associazioni, per l’edilizia popolare come a Chiusaforte e diverranno punti di riferimento anche per lo sport e per la scoperta del territorio”.
L’esempio delle ex caserme Francescatto e Cantore.
Tra gli edifici dello Stato che entreranno nella disponibilità dei Comuni tramite la Regione ci sono, tra gli altri, le ex caserme Francescatto di Cividale del Friuli e Cantore di Tolmezzo. La Francescatto, che fu il presidio della Brigata Alpina Julia sino alla dismissione definitiva nel 2018, si trova alle porte della città ed è composta da 20 edifici, tra i quali una piccola chiesa e un’ampia area scoperta. Il Comune di Cividale del Friuli la ha messo al centro di un progetto anche di valorizzazione ambientale grazie alla sua vicinanza con il Natisone.
L’ex caserma Cantore, anch’essa sede di uno dei reggimenti della Brigata Alpina Julia, ha una lunga storia iniziata nel 1714, quando fu edificato il primo nucleo: palazzo Linussio. Lo splendido edificio fu utilizzato durante la Grande Guerra come ospedale e poi ampliato e destinato a usi militari. Il Comune di Tolmezzo intende valorizzarlo creando spazi museali, scuole, ricettività turistica e spazi pubblici.