Addio a Giovanni Patat.
Il mondo della scultura del Friuli perde uno dei figli più illustri: Giovanni Patat, conosciuto nel mondo dell’arte come Giovanni d’Artegna, è scomparso nella notte tra domenica 11 e lunedì 12 febbraio. Fin dalla giovane età, Giovanni aveva dimostrato un talento naturale per le arti visive, manifestandosi attraverso disegni e sculture in argilla. Cresciuto nella bottega dello zio marmista Pietro Rizzotti, ha avuto l’opportunità di affinare le proprie abilità.
La sua carriera artistica ha conosciuto una svolta significativa quando, nel 1951, Giovanni ha deciso di emigrare in Lussemburgo, dove ha avuto l’opportunità di incontrare lo scultore perugino Aurelio Sabbatini. Da lui ha appreso la tecnica dei compassi per riprodurre modelli in scala, acquisendo competenze che avrebbero influenzato il suo stile artistico per il resto della sua vita. Rientrato in Italia, Giovanni ha proseguito il suo percorso artistico come scultore indipendente, realizzando numerose opere che hanno contribuito a valorizzare il patrimonio culturale di Artegna e del Friuli. Tra le sue passioni, oltre all’arte, c’erano l’escursionismo e la montagna, tanto che è stato uno dei fondatori del Club Alpino Italiano di Artegna.
“Addio a Giovanni Patat, Giovanni d’Artegna, che assieme all’amico e collega Max Piccini fu artefice di una delle più floride stagioni artistiche friulane – commenta il vicegovernatore con delega alla Cultura Mario Anzil – . Le sue opere, frutto di una produzione durata oltre settant’anni, sono esposte in svariate e prestigiose sedi in Friuli, in Italia, in diversi paesi d’Europa e negli Stati Uniti. Scultore poliedrico e dal multiforme ingegno, sempre legato alla sua terra, che è anche la nostra, il Friuli. E il Friuli oggi si unisce al dolore dei familiari, ricordando Giovanni come uno dei suoi figli illustri”. Il suo funerale sarà celebrato giovedì 15 febbraio alle 14 e 30 nella Pieve di Artegna.