I ritardi nelle consegne e l’aumento dei prezzi.
Il commercio di articoli di bricolage e giardinaggio ha ritrovato durante la pandemia l’attenzione del consumatore. Effetto di un’emergenza che, tra ripetuti lockdown, ha riacceso il piacere di curare le aree esterne delle abitazioni. Il settore è dunque andato in controtendenza rispetto al resto del terziario. Ma, in questa fase di ripartenza, non mancano i problemi legati al reperimento degli articoli, agli aumenti sui prodotti di prima necessità, al decollo dei costi energetici.
Lo sottolinea Filippo Meroi, presidente gruppo Tecnoedili Confcommercio Udine, che entra innanzitutto nel dettaglio delle consegne: “Mancano in particolare gli articoli importati dall’Oriente: guanti da lavoro, dispositivi di sicurezza, utensili manuali derivati dal ferro ed elettrici, utilizzati sia nella ferramenta che nel giardinaggio. Anche il comparto dei ricambi risente di importanti ritardi, che rallentano le riparazioni. Chi poi vende biciclette finisce per attendere le forniture fino a un anno”. Gli aumenti? “Andiamo dal 30-40% su ferro e plastica all’80% su sementi e concimi. Quanto alle bollette, ormai tutti sappiamo del loro raddoppio. Il nostro grande timore – conclude Meroi – è che la ricaduta sui bilanci delle famiglie determini il crollo dei consumi”.