Fuochi epifanici e rischi per la salute: l’allarme dei Medici per l’Ambiente del Fvg

Con l’inizio dell’anno, si rinnova una tradizione cara a molte comunità del Friuli: i fuochi epifanici. Questi grandi roghi, che simboleggiano l’addio all’anno passato e il benvenuto a quello nuovo, sono attesi da molti come momento di aggregazione e folklore.

Tuttavia, l’accensione di questi falò solleva preoccupazioni crescenti, soprattutto in relazione al loro impatto sull’ambiente e sulla salute. A mettere in guardia è l’Isde (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente) del Friuli Venezia Giulia. Attraverso una nota firmata dal presidente Mario Canciani, i medici evidenziano i rischi associati all’inquinamento atmosferico, definito senza mezzi termini il “big killer”.

“L’inquinamento atmosferico è ormai riconosciuto come il big killer, una delle principali cause di malattie non solo respiratorie e tumorali, ma anche cardiovascolari – spiega il dottor Mario Canciani, presidente ISDE -Medici per l’Ambiente FVG – . Le polveri sottili e specialmente ultrasottili riescono a passare dalle vie respiratorie al sistema cardio-circolatorio, producendo un’infiammazione cronica della parete dei vasi, che è causa poi della formazione di un trombo e/o di un embolo, causa di infarti ed ictus o di un’emorragia, poiché la parete dei vasi sanguigni viene indebolita e finisce per rompersi od occludersi. Secondo alcune formule in uso tra gli epidemiologi, con i valori d’inquinamento attuali, a Udine ogni giorno abbiamo 2 decessi imputabili principalmente a polveri sottili e biossido di azoto. Oltre che gli anziani e le persone con problemi respiratori, anche i bambini sono a rischio e più sono piccoli, più soffrono di questi inquinanti”.  

“Il problema si pone soprattutto nei giorni dell’Epifania, quando gli sforamenti raggiungeranno quote elevate, di parecchie volte il limite di legge, specialmente se si adottassero i nuovi limiti proposti dall’OMS e che persisteranno elevati per diversi giorni, come abbiamo evidenziato con le nostre strumentazioni – a causa dei fuochi considerati tradizionali – continua il dottor Canciani – . Questi fuochi tra l’altro non hanno neanche una vera giustificazione storico – culturale, perlomeno nel modo in cui vengono allestiti ora: un tempo infatti tali fuochi erano di dimensioni molto limitate ed erano composti principalmente da paglia, stoppie ed erba secca, poiché la gente non poteva permettersi di sprecare risorse bruciando legna o altri combustibili”.