In Friuli calano imprese e superfici agricole
Fuga dai campi in Friuli: non si arresta infatti la diminuzione del numero delle imprese agricole professionali in Fvg. Nel 2020, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, sono 7.650 contro le 7.721 del 2019 (-0,9 per cento, in linea con il dato nazionale). Va peggio per la superficie agricola utilizzata che passa dai 174.056 ettari agli attuali 168.884 ettari (-2,9 per cento, più del doppio del dato nazionale che è del -1 per cento).
Dati che preoccupano l’associazione di categoria, secondo cui le cause sono riconducibili alla burocrazia e alla gestione delle risorse idriche: “Questi numeri sono per noi motivo di preoccupazione, ovviamente – commenta Franco Clementin, presidente di Cia Fvg – Agricoltori Italiani -. È vero che il 2020 è stato l’anno della pandemia, ma il trend della diminuzione pare inarrestabile. Spiace soprattutto perché questi dati sono riferiti alle aziende professionali, maggiormente strutturate, che si interfacciano direttamente con il mercato e che, dunque, dovrebbero essere quelle più resilienti, ma è il contesto nelle quali esse operano che, probabilmente, non ne favorisce lo sviluppo. Ritardi infrastrutturali, burocrazia pervasiva, pessima gestione delle risorse idriche, sono alcuni dei nodi che attendono ancora di essere sciolti in maniera efficace”.
Cia Fvg chiede tra l’altro di bloccare, almeno temporaneamente, i rincari decisi dal Consorzio di Bonifica per l’irrigazione dei campi: “A tal proposito – rimarca Clementin – abbiamo espresso tutta la nostra disapprovazione sugli incrementi tariffari annunciati dal Consorzio di bonifica Pianura Friulana. Si è così passati da un +49 per cento a un +39 per cento. Ma non è ancora sufficiente. È evidente che senza un piano di classifica preciso, tale incremento colpirà indiscriminatamente tutti gli agricoltori: quelli delle zone dove si utilizza l’energia per pompare l’acqua, come quelli delle aree nelle quali tale operazione non è necessaria. E ciò è scorretto. Dunque, chiediamo alla presidente Rosanna Clocchiatti di sospendere gli aumenti nelle more dell’approvazione di un piano di classifica che possa razionalmente suddividere i costi a seconda dell’uso dell’acqua”.