Il Friuli è la regione con la percentuale più alta di emigrazione femminile.
Le donne se ne vanno dal Friuli Venezia Giulia: secondo il Rapporto Migrantes 2024, infatti, la nostra regione presenta la percentuale più alta di emigrazione femminile sul totale di chi decide di andare a vivere all’estero. Sono quasi la metà.
A dirlo, sono i dati contenuti nel Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes: secondo l’analisi, su un totale di 6,134 milioni di italiani residenti all’estero iscritti all’Aire il 3,3% è partito dal Friuli Venezia Giulia; si tratta di 204.400 persone, di cui 102.323 donne contro 102.078 uomini.
Nell’ultimo anno, le partenze dalla regione sono state 2.158 (il 2,2% degli italiani emigrati); di questi, gli uomini sono stati 1.140 e le donne 1.018. Il Fvg ha quindi il più alto tasso, in proporzione al totale, di donne emigrate: il 48,8% di chi ha scelto di andarsene. Al secondo posto, c’è la Valle d’Aosta, col il 46% di emigrate sul totale. In ultima posizione, invece, la Basilicata col 40,2%.
Dal 2006, italiani all’estero raddoppiati.
Secondo i dati più recenti, dal 2006 ad oggi si è registrato un incremento del 97,5% degli italiani che hanno scelto di trasferirsi all’estero, con oltre 1,1 milioni di nuovi iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) solo per motivi di espatrio negli ultimi dieci anni.
Tra questi, la maggioranza è rappresentata da giovani tra i 18 e i 34 anni (circa 471.000) e da giovani adulti (oltre 290.000). L’emigrazione, però, non è più un fenomeno circoscritto ai giovani: oltre 228.000 minori risultano iscritti all’AIRE, segno che molte famiglie lasciano l’Italia o mettono radici altrove. Anche la fascia degli over 65 conta più di 30.000 persone.
Questi flussi di emigrazione riflettono una realtà in cui le opportunità di crescita e realizzazione professionale all’estero sembrano offrire possibilità che l’Italia fatica a garantire. Per molti, lasciare il Paese diventa un percorso necessario, specialmente a fronte di un “ascensore sociale” che, secondo diversi studi, si è fermato negli anni Novanta. In Italia, i giovani e i professionisti faticano a progredire nei ruoli e negli stipendi, spingendo sempre più persone a cercare all’estero ciò che in patria sembra irraggiungibile.
Il fenomeno non riguarda soltanto chi parte, ma ha un impatto significativo sui territori italiani, che subiscono una sorta di desertificazione sociale ed economica. Mentre l’Italia perde progressivamente giovani e famiglie, mancano iniziative in grado di favorire i “ritorni” o di creare condizioni di crescita per chi desidera rimanere.
Le destinazioni.
Nel 2022 e 2023, nel complesso, i principali paesi di destinazione sono ancora il Regno Unito e la Germania, che si aggiudicano le prime posizioni in graduatoria e che hanno accolto, rispettivamente, il 15,1% e il 13,3% degli emigrati italiani, seguiti da Svizzera, Francia, Spagna, Brasile e Stati Uniti d’America; tali paesi accolgono, nel complesso, il 65,5% del totale degli espatri degli italiani (circa 136 mila su oltre 207 mila in termini assoluti per la somma dei due anni 2022 e 2023).
In sintesi, nel 2022 e 2023, le aree geografiche per le quali si espatria più frequentemente sono, in particolare, l’Unione europea (63,7%), gli altri Paesi europei non UE (12%) e l’America centro-meridionale (10,7%); la ripartizione geografica di origine, per oltre la metà degli espatri, è il Nord Italia (circa 109 mila nei due anni considerati, pari al 52,7%).