La spesa alimentare segna un aumento del 13,8 per cento in un anno.
Le ultime rilevazioni Istat sul caro prezzi portano una buona e una cattiva notizia: se da un lato l’inflazione frena, dall’altro la spesa alimentare è sempre più un salasso per le tasche dei friulani.
Per quanto riguarda il primo aspetto, in Italia la variazione dei prezzi in un anno è stata del 7,6% (meno di quella stimata, che era del 7,7%), e la nostra regione rimane sotto la media italiana, con un aumento del 7,1% rispetto ad un anno fa. Merito soprattutto del calo dei beni energetici. A Udine, l’inflazione è al 7,4% (- 0,4% rispetto a febbraio), l’energia elettrica segna un -15,2% in confronto al mese precedente (ma la variazione sull’anno rimane di + 27,7%); meglio il gas che rispetto a febbraio segna – 15,1% e costa meno di un anno fa (- 4,8%).
Non va così bene per quanto riguarda la spesa alimentare che continua a salire: + 0,7% a marzo rispetto a febbraio dato che porta gli aumenti a 13,8% in un anno. A subire maggiormente il caro prezzi, sempre nel capoluogo friulano, sono per quanto riguarda la variazione annuale gli oli e i grassi (31,1% in più in confronto a marzo 2022) e latte, formaggi e uova (+ 20,3%), seguiti dal pane (+17,1%) e da zucchero e dolciumi (+16,85). Per quanto invece attiene alle variazioni rispetto al mese di febbraio, il record spetta alla frutta, cresciuta del 4,4%. Insomma, per i friulani il carrello della spesa continua ad essere una mazzata per il portafoglio.