Emanuele Franz si era fatto murare vivo in casa per protesta.
Ai primi di maggio si era fatto murare vivo, come era in uso nell’Europa del XI secolo fra gli asceti radicali, per “chiudere lo spazio fisico e aprire quello interiore”. L’insolita esperienza di Emanuele Franz, filosofo, scrittore ed editore di Moggio Udinese, soprannominato anche il “Diogene friulano”, si è conclusa però una settimana dopo.
In un video su Youtube ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato a rinunciare: “A distanza di sette giorni da quando mi sono fatto murare in questo loculo così piccolo – ha detto -, devo farlo disinstallare. Ci sono delle problematiche che oramai diventano ingestibili: ho iniziato ad accusare sensazioni di malessere sempre più intense e fuori controllo. Ho problemi di respirazione e per la mia salute devo smettere e porre fine a questa mia avventura”.
Nei sette giorni di estrema reclusione, Franz ha vissuto un piccolo spazio dove c’era posto solo per il materassino, qualche sgabello e i libri. A portargli cibo precotto e acqua c’erano alcuni amici, che sono sempre rimasti in contatto con lui.
Quello di Franz era un progetto filosofico e religioso al tempo stesso che però non si esauriva nella forma bensì nel contenuto del messaggio che quell’azione si proponeva di dare. “Viviamo tutti murati vivi – aveva spiegato il filosofo di Moggio -, solo che i muri sono quelli della mente”.