La testimonianza del friulano Matteo che vive a Londra.
La Uefa ha deciso di aprire delle indagini sul comportamento dei tifosi inglesi durante la serata della finale degli Euro 2020. Stanno girando infatti numerosi video di atteggiamenti molto aggressivi nei confronti degli altri presenti: risse, calci e pugni. È circolata la notizia che le vittime delle violenze fossero i tifosi italiani, ma la polizia di Londra ha smentito sostenendo che fossero tifosi misti senza biglietto.
Matteo Scubla, 28 anni, di Udine e trasferito nella capitale del Regno Unito per motivi di studio, racconta: “Non ho visto nessuno con la maglietta dell’Italia né prima né dopo la partita: il clima era troppo teso. Dopo la partita c’era solo un silenzio assordante e tanta delusione”. In Italia i festeggiamenti sono duranti fino a ore piccole, mentre a Londra alle 2 non c’era più nessuno in giro, era deserto.
“Gli inglesi erano molto sicuri di vincere – spiega Matteo – anche perché, a differenza degli italiani, gli inglesi non sono affatto scaramantici: pregustare e celebrare l’idea della vittoria, li carica parecchio“. Lo stesso clima si respirava durante lo scorso mondiale, racconta Matteo, soprattutto prima di Inghilterra-Croazia, ma questa volta, giocando in casa, l’atmosfera era molto più calda.
Matteo ha guardato la partita a casa di amici, dove lui era l’unico italiano: “Credo che abbiamo giocato un ottimo secondo tempo e abbiamo di sicuro meritato di vincere“. Confida poi che ha iniziato a credere davvero nella vittoria italiana da inizio secondo tempo, cioè da quando, secondo lui, l’Inghilterra ha perso lucidità. “Non ho potuto festeggiare fuori per ovvi motivi, ma è stata comunque una bellissima serata – continua Matteo -. Lunedì sono entrato in ufficio con un “Good Morning Vice-Champions” e a parte qualche sfottò alla fine si sono complimentati con me“.