I teloni sui tetti delle chiese non bastano contro le infiltrazioni d’acqua.
Sono passati quasi cinque mesi da quel 24 luglio in cui la furia dei temporali ha colpito il Friuli, e in particolare la zona di Mortegliano, martoriando case, chiese e aziende, lasciando segni ancora oggi visibili: sui tetti, infatti, ci sono ancora i teloni posizionati come misura d’urgenza.
Solo che quei teloni non bastano: negli edifici piove ed entra l’acqua e, soprattutto in quelli sacri, le infiltrazioni mettono a rischio non solo i fedeli, che si lamentano, ma anche il patrimonio artistico che contengono e quello architettonico che rappresentano.
Capita nelle chiese di Lestizza, di Pozzuolo del Friuli, e pure nel Duomo di Mortegliano, paese simbolo della grandinata che ha sconvolto il territorio. Qui infatti, i teloni posizionati al tempo sono stati spostati dalle raffiche di vento: l’edificio sacro, al cui interno si trova tra l’altro la Pala del Martini, un’opera preziosa risalente alla fine del 1400, è ora soggetto ad allagamenti e infiltrazioni che minano anche gli affreschi.
A spaventare di più, però, è il possibile cedimento delle travi che sostengono la copertura della chiesa, la cui resistenza è messa in pericolo dall’acqua. I danni sono ingenti, si parla di diversi milioni di euro. Il parroco, monsignor Giuseppe Faidutti, ha sollecitato le istituzioni, ma per ora non si vede una risposta concreta nel breve termine e il Duomo rischia di restare inagibile per alcuni anni.