Don Daniele Antonello racconta la sua storia.
Che il cammino di Don Daniele fosse già tracciato da parecchi fattori che hanno influito nella sua vita fin dalla tenera età, è intuibile grazie all’entusiasmo che lo ha accompagnato nel fare parte di una comunità che, in seguito, si è poi rivelata fondamentale per lo sviluppo e la crescita spirituale.
Classe 1979, dopo le scuole elementari, entra a fare parte della comunità latisanese, assieme a mamma Rosanna e papà Vittorio, lasciando il paese nel quale era cresciuto, Rivignano. Si integra fin da subito, partecipando attivamente alle numerose attività che l’oratorio del paese era solito organizzare. Prosegue gli studi presso l’Istituto commerciale “E. Mattei” di Latisana e, dopo il diploma, intraprende la carriera universitaria, laureandosi nel 2005 in scienze della comunicazione presso l’università degli studi di Trieste.
L’unica certezza, oltre alla sua famiglia, in grado di dare tutto l’amore a quel figlio così particolarmente attivo e presente nelle attività ricreative organizzate dalla comunità, restava l’oratorio. Un’ambiente che rappresenta per lui la sua seconda casa, e che avrà un ruolo decisivo nella scelta del percorso che intraprenderà in futuro.
“Ho partecipato alle attività ricreative dell’oratorio di Latisana fin da quando mi sono trasferito li. Avevo 11 anni, frequentavo la prima media, e questo mondo, fatto di preghiera, di gioco, di integrazione e interazione con gli altri ragazzi, di attività ricreative, mi rendevo conto quanto riempisse di gioia le mie giornate. Così, da “animato”, ovvero da persona che partecipava attivamente alle iniziative dell’oratorio, sono diventato “animatore”, con il compito di avvicinare i bambini e ragazzi a questa realtà, fargli vivere il contesto comunitario cristiano, con la supervisione dei sacerdoti della parrocchia”, racconta con un pizzico di nostalgia Don Daniele. Anche grazie a quella esperienza, il mio futuro da giovane si è rivelato decisamente versatile, vivendo anche esperienze nel contesto dei media, come speaker radiofonico e giornalista pubblicista.
Sono tre gli elementi che hanno fatto capire a don Daniele nel corso degli anni che la strada del sacerdozio era quella da percorrere. “I sacerdoti, ed il loro modo di rapportarsi con la comunità, creando iniziative che portavano ad un’unione solida; la comunità stessa, quindi il rapporto di amore, rispetto e fiducia che si creava tra tutti noi fedeli, ed, ovviamente, la parola di Dio, che mi ha fatto intuire quanto grande amore avesse Dio nei miei confronti e che non potevo tenere solo per me”, prosegue Don Daniele.
Terminati gli studi universitari a luglio 2005, infatti, ci sono voluti solamente tre mesi per entrare presso il Seminario interdiocesano San Cromazio di Castellerio, dove, dopo sei anni, viene ordinato sacerdote. Fin dalla sua ordinazione sacerdotale, don Daniele Antonello è stato impegnato nella Pastorale giovanile diocesana, prima come vice-direttore e poi, dal 2018, come Direttore dell’Ufficio diocesano. Sempre nel 2018 don Antonello ha conseguito la licenza in Teologia pastorale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, a Milano. Dallo stesso anno è docente di Temi di teologia pastorale presso lo stesso Seminario di Castellerio. È stato vicario parrocchiale a Manzano, prima di assumere la guida delle parrocchie di Pagnacco e della vicina comunità di Plaino. Le due Parrocchie costituiscono una Collaborazione pastorale di cui don Antonello è parroco coordinatore.
È notizia di questi giorni, che Don Daniele, sarà rettore della stessa struttura in cui ha fatto il seminario una quindicina di anni fa. L’incarico inizierà con il nuovo anno accademico 2022/2023. Lo ha comunicato l’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, anche a nome dei Vescovi di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, e di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi.
La notizia, ha destato non poco stupore sia alla comunità, che don Daniele stesso: “Il Vescovo ha chiesto di mettermi al servizio nella chiesa in maniera diversa rispetto a quanto ho sempre vissuto in questi anni. Certamente vivo il dispiacere del distacco: la Pastorale giovanile è stata per me come una famiglia allargata, così come le comunità di Pagnacco e Plaino: pur essendo in mezzo a loro da soli tre anni e mezzo, ho scoperto la vivacità di due comunità giovani, con tante potenzialità. È stato stimolante poter condividere con i tanti laici il cammino di questi anni. Scontato dunque che la nomina mi abbia colto di sorpresa.
D’altra parte c’è la curiosità per il nuovo che avanza. Nei giorni precedenti l’ordinazione, durante gli esercizi spirituali, mi sono detto che mi sarei dovuto ricordare che sarò per sempre sacerdote per la chiesa, al servizio di Dio e dei fratelli, qualunque sarà l’incarico affidato”.
E prosegue: “Mi sento riconoscente nei confronti dei vescovi delle tre diocesi, in particolare del vescovo moderatore Mons. Andrea Bruno, per la fiducia che mi stanno riservando. Mi metterò in cammino, sulla scia di chi mi ha preceduto. Sono consapevole che essere Rettore del Seminario, oltre ad essere un incarico delicato ed impegnativo, abbia insito in sè anche un vero dono prezioso: quello di essere accompagnatore dei giovani nella scoperta della propria vocazione e ad intuire la bellezza del discepolato nel sacerdozio. Ringrazio don Loris e tutta l’equipe formativa per l’impegno che hanno riservato in questi anni sapendo che il Seminario è certamente uno dei cuori pulsanti della nostra diocesi”, commenta Don Daniele, pervaso da sentimenti contrastanti.”Da un lato mi dispiace moltissimo lasciare le due comunità, che hanno un tessuto sociale giovane, vivace e dotato di molte potenzialità. Nonostante ci siano stati di mezzo gli anni della pandemia, siamo riusciti a imbastire relazioni molto importanti tra i fedeli, che, in ogni caso, non cesseranno di esistere. Dall’altro lato, sono immensamente grato per la fiducia che il Vescovo ha riposto nella mia figura: quello di aiutare i seminaristi a capire se davvero è la strada giusta per loro. Certamente è un compito molto delicato, anche se mi rasserena il fatto di sapere che non sarò solo: ci sarà un’equipe formativa composta da figure valide e competenti“.
I fedeli delle due comunità di Pagnacco e Plaino, dopo il dispiacere iniziale nel vedere andare via il loro parroco, hanno compreso le esigenze che hanno portato il Vescovo a scegliere Don Daniele per questa nuova esperienza: “I fedeli sono rimasti molto colpiti da questa scelta, mi stanno arrivando decine di messaggi che esprimono dispiacere, ma soprattutto ringraziamento, per il lavoro svolto. Stanno comprendendo che talvolta le esigenze della Chiesa sono molto più grandi delle singole comunità. Comunque si sentono riconoscenti per gli anni trascorsi assieme e sono orgogliosi di questo mio nuovo cammino” conclude don Daniele, che avrà tutti i mesi estivi per salutare le comunità, anche se alla fine non sarà così destabilizzante, visto che, “Alla fine cambierò solo il numero civico, ma la via nella quale continuerò a vivere sarà sempre la stessa, via Castellerio”.