La sospensione dei sanitari Asufc dopo la sentenza sul vaccino.
È intervenuto il Consiglio di Stato sull’obbligo del vaccino ai sanitari, che ha stabilito essere legittimo specie durante la pandemia. Questo quanto stabilito da Palazzo Spada in merito al ricorso presentato da 245 operatori sanitari, medici, farmacisti, oss, infermieri e dipendenti di strutture pubbliche e private del Friuli Venezia Giulia. A prendere le parti del personale sanitario è stato l’avvocato Daniele Granara, che dopo il giudizio di ricorso inammissibile del Tar della regione, è riuscito ad arrivare al Consiglio di Stato.
Nella sentenza romana si legge in modo chiaro che il vaccino non è sperimentale, anzi. Il Consiglio poi non ha condiviso le argomentazioni scientifiche e giuridiche presentate dal gruppo, che ha messo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini. È stato sottolineato che è il legislatore a fissare regole e limiti sull’autodeterminazione del singolo, quindi sulla sua libertà di accettare o meno il vaccino. La sentenza rimarca il principio di solidarietà, che rispetta la libertà, ma richiede responsabilità all’individuo, e come nella democrazia i più vulnerabili devono essere tutelati.
Si parla poi di “macabro paradosso”: “È doveroso per l’ordinamento pretendere che il personale medico o infermieristico non diventi esso stesso veicolo di contagio” scrivono i giudici. Sempre nella sentenza la decisione di non vaccinarsi viene considerata un vero e proprio “tradimento nella relazione di cura e fiducia fra paziente e medico”. I giudici ricordano poi che visioni individualistiche ed egoistiche non sono giustificate. Infine, concordano sul fatto che la decisione di non curarsi sia legittima, ma in una condizione di normalità: “è un rischio inaccettabile durante la pandemia”.
Le sospensioni in Friuli.
Mentre a Palazzo Spada il Consiglio di Stato si riuniva per emettere la sentenza, 50, con in arrivo altri 15 provvedimenti, tra infermieri, medici e personale socio-sanitario di Asucf sono stati sospesi perché contrari al vaccino. Numeri che hanno rimesso in discussione l’organizzazione dei turni, perché per garantire continuità ai servizi è stato necessario fare i conti con le assenze. Oltre al provvedimento di sospensione, verrà inviata notifica anche ai relativi Ordini professionali di appartenenza.
Se 65 sono i decisi contrari al vaccino, 21 si sono rimessi in regola. I loro provvedimenti infatti sono stati revocati dopo che hanno comunicato di aver ricevuto la dose di vaccino. A fare le spese di questa situazione sono coloro che continuano a svolgere il proprio lavoro in regola, perché per tamponare le assenze dei colleghi sono stati chiamati a svolgere turni aggiuntivi. Le criticità maggiori si registrano a Palmanova e Latisana per i servizi di assistenza domiciliare, dell’ ostetricia e della pediatria.