Comuni friulani e sloveni insieme per lo sviluppo delle Alpi Giulie

Via libera all’unanimità allo studio di fattibilità per la creazione di un Gect (Gruppo europeo di collaborazione territoriale) a cavallo del confine italo-sloveno della ex provincia di Udine: lo hanno deliberato nel pomeriggio di sabato 18 gennaio i 17 sindaci del versante italiano (i 15 afferenti alla Comunità di montagna del Natisone e del Torre, più Tarvisio e Cividale, rappresentato dall’assessore Cantarutti) e i sindaci sloveni di Bovec, Kobarid, Tolmin e Kanal. Presenti anche il Ministro per il futuro solidale della Repubblica di Slovenia Simon Maljevac, e il vicepresidente del Parlamento della Repubblica di Slovenia Danijel Krivec i quali si sono impegnati a portare questa istanza rispettivamente al governo e al Parlamento di Lubiana.

Capofila dello studio di fattibilità saranno la Comunità di montagna del Natisone e del Torre e il Centro per lo sviluppo dell’Alto Isonzo che ha presentato ai sindaci una accurata informativa sulle competenze e l’organizzazione dei Gect. Si tratta di una istituzione sovranazionale, dotata di personalità giuridica e prevista dalla normativa dell’Unione Europea, che permette agli enti locali di due stati della Ue di affrontare in modo unitario determinate competenze.

La collaborazione e gli obiettivi.

“Nonostante il grande spirito di collaborazione e di dialogo e le indubbie capacità progettuali e tecniche, negli ultimi anni abbiamo però raccolto solo le briciole dei fondi europei transfrontalieri a disposizione e diversi progetti presentati, anche molto innovativi e importanti, sono rimasti privi di finanziamento – ha osservato nel suo intervento il presidente della Comunità di montagna del Natisone e del Torre, Antonio Comugnaro -. Pertanto occorre dare una dimensione istituzionale alla collaborazione transfrontaliera, tanto più che altri territori si sono già organizzati o si stanno organizzando. Il Gect tra Gorizia, Nova Gorica e Šempeter è ormai realtà consolidata e anche i comuni del Carso a cavallo con le ex province di Gorizia e Trieste stanno realizzando il loro Gect. Non possiamo rimanere indietro”.

Le iniziative per combattere lo spopolamento.

Comugnaro ha spiegato che il principale campo di collaborazione sarà quello del turismo per creare a cavallo del confine un sistema unico, complementare e integrato: “Nella nostra visione strategica il turismo è un elemento fondamentale per permettere la sopravvivenza delle nostre piccole comunità rurali di montagna, per porre un argine allo spopolamento e all’impoverimento dei servizi. Pertanto ci attendiamo che tra le priorità del nuovo Gect, accanto allo sviluppo di un turismo non di massa e rispettoso dell’ambiente, ci sia anche lo sviluppo e la rinascita di un’agricoltura e un allevamento di qualità in montagna, lo stimolo e il supporto all’imprenditorialità giovanile per dare prospettive alle nuove generazioni, l’attrattività di nuovi investimenti, la cura del paesaggio e dell’ambiente, modelli e prassi innovative a livello sociale per creare un ambiente favorevole all’insediamento di nuove famiglie in montagna e per l’assistenza sanitaria e sociale della popolazione anziana nei nostri piccoli borghi”, ha concluso Comugnaro.