La celebrazione della Giornata nazionale per le vittime del Covid a Porcia.
Si è volta oggi a Porcia la celebrazione della Giornata nazionale per le vittime della pandemia da Covid-19 che, in Friuli Venezia Giulia, ha causato oltre 6 mila vittime.
“Non si costruisce il futuro se non c’è la memoria del passato, non possiamo permetterci di dimenticare ciò che è accaduto con la pandemia – ha detto oggi oggi dall’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, durante il suo discorso – . Da quell’esperienza abbiamo imparato alcune lezioni che non dobbiamo dimenticare. Dobbiamo invece farne tesoro, soprattutto, nel rispetto delle tante persone che sono morte in quelle circostanze e del dolore di chi è rimasto dopo aver perso un proprio caro. La traccia lasciata dell’immensa tragedia che abbiamo attraversato deve servirci ad affrontare meglio il domani”.
Davanti al municipio della città – che l’assessore ha ringraziato poiché dal 2020, per la sesta volta ha voluto celebrare ufficialmente la Giornata con le bandiere a mezz’asta – si è svolta una commemorazione in ricordo di chi ha perso la vita durante la pandemia. Presenti, oltre al sindaco Marco Sartini e alle autorità locali, anche alcune scolaresche della scuola media “Zanella”.
“La prima lezione che abbiamo imparato – ha evidenziato l’assessore, rivolgendosi in particolare agli studenti – è che la libertà è il valore più importante che abbiamo, non è scontato e va difeso ogni giorno affinché non venga messo in discussione. Dobbiamo sempre ricordare che dove finisce la mia libertà comincia quella di un altro. Perciò anche la responsabilità e indispensabile, mentre gli egoismi non aiutano a superare tragedie come quella che è accaduta”.
Gli insegnamenti della pandemia.

Ripercorrendo i difficilissimi momenti della gestione sanitaria dell’emergenza pandemica, l’esponente della Giunta regionale ha evidenziato: “Ci siamo accorti che il sistema era molto fragile, molto concentrato su alcuni punti e più debole sulle risposte sanitarie nei territori. Stiamo lavorando per migliorare l’assetto sanitario e renderlo maggiormente in grado di fare fronte a situazioni complicate e ai nuovi bisogni. Abbiamo anche imparato – ha rimarcato l’assessore – che la scienza e la ricerca ci mettono a disposizione delle opportunità e soluzioni che salvano le vite“.
Quanto accaduto nei primi periodi della pandemia nei sistemi sanitari ha spinto l’assessore a un’ulteriore riflessione affinchè non si ripetano gli stessi errori: “Abbiamo assistito – ha ricordato Riccardi – a come i processi di delocalizzazione, anche di produzioni cruciali per la sanità come mascherine e ventilatori, attuati sull’altare del profitto e dell’unico ritorno economico-finanziario, non abbiano consentito ad alcuni Paesi, tra i quali anche il nostro, di avere subito a disposizione strumenti indispensabili necessari per salvare le vite alle persone”.
“La tragica esperienza della pandemia – ha concluso Riccardi – ci lascia in eredità questi insegnamenti, che dobbiamo avere il coraggio di trasformare in patrimonio comune. Non dimentichiamo quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare. La memoria è il nostro faro per costruire un futuro migliore, in cui la salute e la solidarietà sono al centro delle nostre priorità”.