La “Carta di Lorenzo” diventa nazionale compie un passo decisivo verso una maggiore tutela della sicurezza per gli studenti impegnati in percorsi di formazione in azienda. Il 24 ottobre, durante l’apertura del Consiglio Generale di Confindustria a Roma, il presidente dell’associazione, Emanuele Orsini, firmerà ufficialmente il documento, insieme ai genitori di Lorenzo, Maria Elena Dentesano e Dino Parelli. Un passaggio che sancisce l’adesione della principale organizzazione degli industriali italiani a un progetto che mira a garantire la sicurezza nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, nei tirocini e negli stage formativi.
La Carta di Lorenzo, nata dal dolore dei genitori di Lorenzo Parelli, dopo la tragica morte del figlio durante uno stage in un’azienda di Pavia di Udine, ha l’obiettivo di promuovere regole più stringenti per proteggere gli studenti nei contesti lavorativi.
L’adesione di Confindustria Nazionale rappresenta un passo simbolico e concreto. Il documento, che ha già ottenuto il sostegno di figure istituzionali e sociali, come il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Consulta degli studenti, rafforza ulteriormente l’importanza della prevenzione e della sicurezza in azienda. L’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro (Anmil) ha svolto un ruolo centrale nella promozione di questa iniziativa, lavorando a stretto contatto con la famiglia Parelli per diffondere la cultura della sicurezza.
La Carta di Lorenzo nasce come risposta a una tragedia che ha scosso l’Italia. Lorenzo, studente dell’Istituto Bearzi di Udine, ha perso la vita il 21 gennaio 2022, colpito da una barra d’acciaio durante il suo ultimo giorno di stage presso l’azienda Burimec. Da quel drammatico giorno, i genitori di Lorenzo hanno intrapreso un percorso di sensibilizzazione per garantire che nessun altro studente possa trovarsi in una situazione simile, in cui la mancanza di adeguate misure di sicurezza ha portato a una perdita irreparabile.
La loro lotta ha attirato l’attenzione di numerose istituzioni. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto l’appello della famiglia, visitando l’Istituto Bearzi e definendo la sicurezza sul lavoro un diritto “inderogabile”. Anche i giovani hanno fatto propria la battaglia, trasformando la vicenda di Lorenzo in un simbolo di rivendicazione per percorsi di formazione sicuri e tutelati.
L’assessore regionale all’Istruzione del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen, insieme al presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, sono stati tra i primi sostenitori dell’iniziativa. Proprio Agrusti ha proposto a Emanuele Orsini di portare la Carta all’attenzione di Confindustria, ottenendo una risposta positiva nel giro di poche settimane. Ora, con la firma di Orsini, la lista dei sostenitori si arricchisce ulteriormente, dando maggiore forza a un progetto che vuole evitare che tragedie come quella di Lorenzo possano ripetersi.
“La Carta di Lorenzo è rilancia il tema della sicurezza, ma servono più controlli”.
“La Carta di Lorenzo è un utile e valido strumento che ha il pregio di rilanciare il tema della sicurezza sul lavoro e in questo senso è positivo che a sottoscriverla sia anche Confindustria – commentano i i consiglieri regionali Nicola Conficoni e Massimiliano Pozzo (Pd) – . Nell’impegno generale nel raggiungere i suoi obiettivi, da parte delle istituzioni è necessaria ancora più convinzione, a partire dall’implementazione dei controlli, ossia più ispettori del lavoro per fermare gli incidenti”.
In occasione dell’approvazione dell’Assestamento bis, Conficoni e Pozzo hanno presentato “un ordine del giorno, accolto dalla Giunta regionale, proprio per impegnare la Regione a sensibilizzare il Governo sul potenziamento degli organici nelle diverse sedi sul nostro territorio dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inps)”.
“In Friuli Venezia Giulia, non solo il numero complessivo di incidenti denunciati lo scorso anno è calato meno della media nazionale, ma quelli mortali sono più che raddoppiati rispetto al 2022, con le vittime aumentate da 10 a 22. Questo dato negativo deve spingerci a fare di più per contrastare una piaga da debellare non solo attraverso la diffusione della cultura della sicurezza, ma anche mediante l’esecuzione di adeguati controlli sul rispetto delle regole. E proprio perché gli ispettorati del lavoro soffrono una grave carenza di personale – concludono i due dem – è necessario agire con azioni concrete”.