In Friuli il primo cluster forestale d’Italia
L’unione fa la forza. A maggior ragione in un momento storico come questo segnato da una difficile ripresa post pandemia e una guerra ai confini dell’Europa che sta sconvolgendo i mercati di tutto il mondo. Ne sa qualcosa la cooperativa Legno Servizi di Tolmezzo (Udine), associata a Legacoop Fvg, che ha dato vita al primo “forestry cluster” d’Italia.
Lo scopo è quello di rendere disponibili alle imprese dei servizi innovativi e dei progetti da convidere al fine di poter valorizzare l’economia forestale e del legno regionale. La decisione è stata presa qualche giorno fa dalla cooperativa durante un’assemblea straordinaria dei soci convocata per dare vita al cluster.
“Il Friuli Venezia Giulia, – commenta il presidente di Legacoop Fvg, Livio Nanino – è da sempre territorio di sperimentazioni e innovazione. La decisione di Legno Servizi di creare questo tipo di cluster tematico dimostra ancora una volta la capacità del mondo cooperativo di superare le difficoltà attraverso il reciproco supporto, non soltanto dal punto di vista strettamente economico, ma anche quello sociale e ambientale“.
Infatti, tra gli scopi del nuovo statuto c’è anche l’impegno a diffondere la cultura di una gestione attiva e responsabile delle foreste valorizzandone la multifunzionalità, la riforestazione, la diffusione di infrastrutture forestali e lo sviluppo di servizi ecosistemici a esse collegate.
Il modello friulano
Il caso friulano è già stato preso come spunto dalla regione Campania che ha invitato proprio in questi giorni a Napoli il presidente di Legno Servizi – Forestry Cluster Fvg, Carlo Piemonte, a discutere sullo sviluppo del sistema forestale nazionale ragionando anche sull’esperienza della cooperativa di Tolmezzo.
“La vera sfida, – spiega Piemonte – è proiettare anche le cooperative verso nuovi modelli di sviluppo europei. Nel nostro caso l’obiettivo è condividere progetti di innovazione e strategie comuni per la valorizzazione delle materie prime boschive e delle segherie di prossimità, con uno spirito di cooperazione in grado di coinvolgere i principali territori forestali regionali. Valcellina, Carnia, Val Canale e Valli del Natisone trovano infatti nel consiglio un proprio imprenditore rappresentante. Un percorso di dialogo e confronto costruttivo e che vede nella regione un soggetto con cui costruire insieme tutti i percorsi di sviluppo futuri.”
Non solo profitto e sviluppo economico, quindi, ma soprattutto responsabilità sociale, dei territori e dell’ambiente che è un patrimonio fondamentale . “Una gestione attiva e responsabile delle foreste, – spiega ancora Piemonte – consente di rigenerare il bosco, assorbire volumi maggiori di co2 e portare benessere alle comunità locali, in particolare nelle aree più interne della regione. Lasciare abbandonati i boschi, invece, è una delle azioni peggiori che si possano fare”.