La rabbia di un imprenditore friulano per le bollette del gas.
Si è visto recapitare una bolletta del gas schizzata in alto in modo incredibile. E ora, invita i politici in stabilimento per rispondere di questi incrementi esorbitanti. È un imprenditore cinquantenne del settore abbigliamento, attivo nella zona del Collinare udinese, descritto come serio, corretto e composto. Anche lui, però, come tanti non ce la fa più.
Dirige una società con oltre 30 lavoratori alle dipendenze, storica e conosciuta azienda che ha, da quasi tre generazioni, sempre onorato ogni impegno verso fornitori e dipendenti, garantendo salari e stipendi. Una realtà di alto livello, che esporta in Europa un buon prodotto con il pedigree del “Made in Italy”.
Oggi è difficilissimo timonare realtà industriali con quelle che sono poi le sorprese dei costi, tra materie prime a singhiozzo e oneri difficili da sostenere. E così, l’imprenditore confronta due bollette del gas: quella di dicembre 2020 è pari a 2.300 euro, l’altra dello stesso mese del 2021 arriva a ben 10.100 euro. Oltre quattro volte e mezzo tanto.
Queste sono somme che volente o nolente vanno immediatamente pagate e non sono dilazionabili, altrimenti il gas viene sospeso e tutti lavorano al freddo. “Ma io – si lascia sfuggire l’imprenditore coinvolto – non ce l’ho con il gestore, ma con la politica che permette tutto questo“. È chiaro che, a parità di lavoro e servizi, il supplemento rinvenuto è totalmente elevato e privo di qualsivoglia fondamento, nemmeno preventivabile e spalmabile poi nel prezzo finale. Le commesse sono già definite e chiuse.
E così, il capitano d’azienda si rivolge allo Studio legale e di consulenza del Lavoro Tutino da Udine, per rappresentare il suo sgomento e sconforto nella situazione che ritiene irrecuperabile sotto ogni aspetto e formalizza un invito ai presidenti simbolo del nostro Paese – Sergio Mattarella, Mario Draghi e Massimiliano Fedriga – così da avere con loro un confronto reale e degno di effettive soluzioni.
La cosa che maggiormente rattrista – evidenziano dallo Studio Tutino – è che mentre qualcuno è preoccupato ed impegnato a trovare soluzioni straordinarie e correttive alla proprie società, altri che rappresentano il Paese si divertono, scherzando, a partecipare a delle elezioni politiche del Presidente della Repubblica andando a votare nomi di fantasia, di cantanti o comici. Qualcosa non funziona.
“Inviterei – chiude l’imprenditore – questi deputati a venire qui in azienda per 18 ore al giorno a seguire la produzione, il personale, gli acquisti, la finanza e controllo, i clienti , i fornitori e tutti colori che operano nell’indotto per vedere se c’è voglia di scherzare o meno“. Scontata la risposta.