L’associazione in memoria del “Disu” ha raccolto 400mila euro in 14 anni.
Sono passati esattamente quattordici anni da quel maledetto 13 marzo 2010, giorno in cui il carabiniere Michele Filippo soprannominato “Disu” per la prestanza fisica, perse la vita a soli 33 anni, in un tragico incidente stradale mentre era in sella alla sua moto, a Pavia di Udine.
Un evento estremamente drammatico, che ha sconvolto non solo la comunità gonarese, della quale Michele faceva parte, ma anche tutte, davvero tante, le persone alle quali era legato. Legami profondi, fatti di rispetto, di immensa stima, di grande spessore. Undici missioni all’estero, tre volte in Iraq e quell’esperienza a Nassiriya, nella quale vide morire molti dei suoi colleghi. Michele non si perdeva mai d’animo, cavalcava la sua moto con la stessa spensieratezza con la quale affrontava la vita, che amava un tutte le sue sfaccettature, anche le più burrascose.
Proprio per questo motivo, mamma Franca non ha avuto la benché minima esitazione quando ha scelto fin da subito di incanalare tutto il suo dolore in qualcosa che ben presto sarebbe diventato un punto di riferimento fondamentale per il nostro territorio. Franca del Frate, la “Disumamma”, ha infatti dato vita quattordici anni fa all’associazione Odv “Amis dal Disu”, un motore che va sempre a mille all’ ora non solo in merito a beneficienza, ma anche come vero e proprio esempio di aiuto sociale. Una catena solidale talmente forte da aver raggiunto, in soli quattordici anni, una cifra da capogiro: quattrocento mila euro. Settanta volontari, impegnati 365 giorni l’anno ad organizzare eventi, concerti, tornei di burraco, balli, pranzi e cene solidali, ma anche ad aiutare con le centinaia di raccolte fondi, oltre ai singoli cittadini, anche scuole, asili, enti pubblici e privati.
“Divertiamoci facendo beneficenza”.
“Il nostro motto è sempre il medesimo fin da quando abbiamo iniziato questo percorso – spiega Franca del Frate – Divertiamoci facendo beneficenza“. Uno slogan che racchiude tutta la potenza di una madre che dedica tutta la sua vita ad aiutare il prossimo, chiunque esso sia, in nome di quel figlio che, nonostante non sia più presente, tiene la mano appoggiata alla spalla della madre, aiutandola a non mollare mai, per nessun motivo al mondo. “Lo scopo principale della nostra associazione è quello di tendere la mano a tutti quei genitori che, dopo la perdita di un figlio, si trovano disorientati, senza un motivo per il quale valga la pena andare avanti – confida Franca- rappresentiamo una grande famiglia, le nostre porte sono aperte a tutti, sia nei confronti di chi vuol fare del bene, sia per garantire la nostra vicinanza a chi si sente solo nel proprio dolore“.
Un cerchio sempre aperto, che non conosce una chiusura, ma che, al contrario, è in costante estensione e riesce ad inglobare sempre più persone. Migliaia gli eventi che ad oggi hanno centrato l’obiettivo di aiutare e sostenere, altrettanti quelli in previsione. L’ultimo, in ordine temporale, ha avuto luogo martedì 12 marzo presso il teatro a Fauglis di Gonars, in una serata benefica dedicata a Stefano Marangone, da vent’anni malato di Sla. Durante la serata, alla quale ha preso parte anche la comica Caterina Tomasulo, in arte Catine, la cugina di Stefano ha presentato il libro, frutto della comunione tra lei e il cugino tramite mail, grazie a un comunicatore oculare, che ha dato modo all’ uomo di comunicare con il mondo esterno. “I fondi raccolti da questa serata saranno interamente devoluti a Stefano, così che possa continuare a sostenere le cure domiciliari, sempre molto costose” conclude Franca.