Per conservare la memoria della tragedia del Vajont
Duecentoquarantaquattro faldoni allineati su 44 metri lineari di scaffalatura, memoria di quello che è stato affinché non si ripeta più: gli atti e i documenti processuali del disastro del Vajont entrano nel registro “Memory of the World” dell’Unesco.
“Un riconoscimento – ha commentato il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga -, che arriva dopo molti anni di attesa per onorare e conservare la memoria di una delle più grandi tragedie che si consumarono sulla nostra terra dal dopoguerra a oggi”.
I documenti dell’”Archivio Processuale del Disastro della Diga del Vajont” ricostruiscono il processo istruito successivamente alla tragedia del 9 ottobre 1963, quando una parte consistente del Monte Toc franò nel bacino della Diga del Vajont, scavalcandone gli argini e riversandosi sui paesi di Longarone, Erto, Casso e Castellavazzo, causando la morte di 1910 persone. Nel febbraio del 2008 le Nazioni Unite hanno descritto la tragedia del Vajont come “il primo di 10 eventi disastrosi causati dalla scarsa comprensione delle scienze della terra e dal fallimento di ingegneri e geologi”.
Creato nel 1992, il Programma Memoria del Mondo Unesco trae la sua spinta originaria da una crescente presa di coscienza della situazione critica di conservazione e di accesso al patrimonio documentario in varie parti del mondo. Gli obiettivi del progetto sono il facilitare la conservazione del predetto patrimonio, attraverso le tecniche più appropriate di preservazione; assicurarne l’accesso universale e il dare massima visibilità all’esistenza e al significato del patrimonio documentario-base del programma.