In Friuli le specie più piccola e più grande d’Europa: in un volume tutte le curiosità sulle libellule “locali”

Foto di Tiziano Fiorenza

Un atlante sulle libellule del Friuli.

In Friuli vivono la specie di libellula più grande e anche quella più piccola d’Europa, entrambe, però a rischio di estinzione mentre aumentano gli esemplari esotici: è solo una delle curiosità contenute nel volume “Damigelle e Dragoni-L’atlante delle libellule del Friuli Venezia Giulia”, che raccoglie le conclusione di dieci anni di lavoro, a firma di Tiziano Fiorenza, Ivan Chiandetti, Renato Pontarini e Pietro Zandigiacomo.

“Abbiamo rilevato la presenza di ben 66 specie di odonati. L’atlante ne contempla 67 ovvero una specie in più non rilevata però nel XXI secolo – spiega Fiorenza -. Abbiamo rilevato come però molte specie, in particolare quelle alpine, siano a rischio d’estinzione. Il Friuli Venezia Giulia ospita ancora la più piccola (Nehalennia speciosa) e la più grande libellula europea (Cordulegster heros), entrambe però a serio rischio d’estinzione”.

“Non solo – continua -, durante l’indagine abbiamo confermato un cambiamento climatico in atto veloce e sorprendente, che vede sempre più l’affermazione di specie tropicali (ad esempio Selysiothemis nigra e Trithemis annulata)”. Per ogni specie, sono indicati lo status, la distribuzione e le criticità rilevate.

Le libellule, infatti, sono un gruppo di insetti particolarmente interessante per la valutazione della salute ambientale e dei cambiamenti che avvengono nell’ecosistema, perché una buona parte del loro ciclo di sviluppo si svolge nelle acque ferme o correnti. Nel periodo di studio gli autori hanno potuto rilevare modifiche davvero impressionanti sulla composizione delle popolazioni di libellule, causate da una gestione del territorio che non sempre tiene conto della straordinaria biodiversità regionale.

A questo si aggiungono i cambiamenti climatici, che hanno provocato prolungati periodi di siccità ed un aumento delle temperature medie: questi fenomeni sfavoriscono, in particolare, le specie boreo-alpine, oramai presenti in pochi siti altomontani, e permettono l’ingresso di nuove specie proprie di regioni più calde.

Nel testo, edito da Coeal, si possono anche trovare le originali foto di animali e ambienti oltre che degli autori, di Ivo Pecile, Alexandro Minicò , Gessica Nadalon, Gianfranco Colombo, Giovanni Del Ben. In fondo al volume, inoltre, si può trovare anche una piccola guida per tutti come introduzione all’identificazione di libellule adulte e delle ninfe.