Puntò la pistola alla testa del gestore: preso il rapinatore delle sale slot del Friuli

Arrestato il presunto autore delle rapine alle sale slot: è un italoamericano.

Il 18 settembre scorso i Carabinieri dell’aliquota operativa del Norm di Sacile hanno arrestato il presunto autore di due rapine in alcune sale slot del Friuli Occidentale; il fermato è sospettato di essere responsabile dei colpi alla “Las Vegas” di Spilimbergo del 20 maggio scorso e di quello perpetrato il 25 giugno presso alla “Royal Prestige” di Roveredo in Piano.

La rapina a Spilimbergo.

Il modus operandi adottato dall’autore delle due rapine è del tutto similare. A Spilimbergo il 20 maggio un socio e dipendente della sala slot “Las Vegas” di nazionalità cinese intorno alle 22, mentre stava sistemando la sala slot dopo che gli ultimi due avventori avevano lasciato il locale e dopo aver chiuso la porta sul retro, con la porta principale che era rimasta aperta, si è recato in bagno, dove dove ha sentito dei rumori di passi veloci che si avvicinavano verso la sua direzione.

Ad un tratto davanti a lui, in bagno, è comparso un uomo travisato con cappuccio e mascherina neri, occhiali da sole, pantaloni, giacca e guanti neri. L’uomo gli ha puntato alla testa una pistola, intimandogli di stare fermo, poi gli ha tolto il mazzo di chiavi che portava al collo e lo ha chiuso a chiave nel bagno. Solo dopo qualche minuto, scardinando la porta del bagno, il malcapitato è riuscito ad uscire e si è accorto che l’uomo si era già allontanato portandosi dietro il contenuto del cassetto del vano cassa, aperto con le chiavi a lui sottratte, e cioè di 19.210 euro in contanti.

La rapina a Roveredo.

Circa un mese più tardi, alle ore 02:15 del 25/06/2024, a Roveredo in Piano presso la sala slot “Royal Prestige”, mentre il dipendente di nazionalità cinese stava chiudendo la sala slot è entrato nel locale un soggetto con volto travisato che lo ha spinto ripetutamente, facendolo indietreggiare fino alla porta di ingresso del bagno. Quindi il malfattore lo ha trascinato per il collo per prelevare le chiavi del bagno all’altezza del bancone e lo ha condotto in bagno chiudendolo a chiave, dopo avergli strappato di mano, con forza, il mazzo di chiavi contenente anche quelle del negozio.

Poi il soggetto si è allontanato per sottrarre il denaro dalle casse, non riuscendovi. Poco dopo, il rapinatore è tornato dalla persona offesa riaprendo la porta e ripetendo “cash, cash” chiedendo denaro. Il dipendente gli ha risposto di non avere denaro ed è stato rinchiuso nuovamente in bagno, da dove è riuscito, con il proprio cellulare, a chiamare prima il padre, invano, e poi la moglie, cui ha riferito della rapina in corso. E’ stato poi fatto uscire dal padre accorso alla sala slot. In un secondo tempo, la vittima si è accorta che il rapinatore si era impossessato di un borsello rosso con disegnato un dinosauro contenente almeno 500 euro in banconote e una carta di debito.

Le indagini dei carabinieri.

L’indagine, denominata “cash cash”, è stata condotta dall’aliquota operativa del Norm di Sacile e coordinata dalla Procura di Pordenone. Tramite la visione delle immagini, le testimonianze e l’analisi dei tabulati telefonici, si è arrivati all’individuazione dapprima del veicolo utilizzato, un Volkswagen Touran, e poi all’identificazione del rapinatore nell’italo americano 46enne L.J.D.. Questi era assiduo frequentatore delle due sale slot ma dopo la commissione delle due rapine non si era fatto più vedere.

I militari lo hanno tenuto d’occhio nell’eventualità di ulteriori atti criminosi. E proprio seguendolo hanno scoperto che il 18 settembre scorso si stava recando all’aeroporto Marco Polo di Venezia per imbarcarsi su un volo diretto a New York con scalo a Lisbona. Grazie alla collaborazione della Stazione Carabinieri Aeroporto Tessera e della Polaria di Venezia, L.J.D. è stato fermato sull’autobus che lo stava conducendo all’aereo.

Dato l’evidente pericolo di fuga e i gravi indizi di reato, la Procura di Pordenone ha emesso il decreto di fermo di indiziato di delitto che è stato subito eseguito dai carabinieri dell’aliquota operativa. L’arrestato è stato poi portato presso il carcere di Venezia. Ieri 19 settembre, infine, al L.J.D. è stata notificata anche l’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere firmata dal G.I.P. del Tribunale.