Apicoltura in crisi: il Friuli Venezia Giulia risponde con sostegno e unità

“Il dialogo costruttivo resta un elemento fondamentale per cercare soluzioni concrete in un momento in cui non è scontato che tutto si possa fare e che si possa fare per tutti. Se pur non mancherà la disponibilità e il sostegno della Regione, dobbiamo tenere presente che il settore apistico ha le stesse regole di quello dell’agricoltura come attività economica. Gli spazi di manovra che abbiamo devono comunque confrontarsi con quelle regole e, quando si parla di api, a partire dal livello europeo rilevo una profonda ipocrisia perché da un lato l’Ue ne evidenzia le assolute qualità dal punto di vista ambientale ma dall’altro è stringente e, a volte, limitante per il sostegno del comparto, come ad esempio sui contributi pro alveare. Queste limitazioni nascono perché il punto di vista è prettamente produttivo, e l’incremento delle produzioni è legato ai regolamenti comunitari come quelli agricoli. E’ quindi importante ampliare il dialogo perché le regole slegate dalla parte economica che potrebbero aiutare in via continuativa il comparto apistico fanno riferimento ad altri referati e non a quello dell’agricoltura”.

Così l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, al  XVI meeting organizzato dal Consorzio apicoltori della provincia di Udine e moderato dal giornalista Rossano Cattivello su ‘Un nuovo futuro per un’apicoltura sotto pressione. Clima, nuovi parassiti e mercato richiedono strategie inedite’ che si è svolto nell‘auditorium dell’istituto salesiano Bearzi a Udine dove gli allevatori di api del Friuli Venezia Giulia si sono ritrovati. L’esponente della Giunta Fedriga ha sottolineato l’importanza di alimentare il confronto e lavorare sull’unità per riuscire a dare risposte alle problematiche del comparto.

I numeri dell’apicoltura in Friuli Venezia Giulia.

Nel dettaglio, il settore, in regione, conta 1.800 apicoltori che gestiscono 38mila alveari ed è minacciato dai cambiamenti climatici, da un nuovo parassita e anche dal mercato, in cui importazioni a basso costo e poco trasparenti stanno penalizzando le produzioni locali. Sotto il dato produttivo, per esempio, nella provincia di Udine (che rappresenta il 66% degli alveari) il raccolto complessivo del 2024 ha visto una contrazione del 68%, con punte negative per il miele di acacia che si è addirittura azzerato. Tornando all’aspetto dimensionale, gli apicoltori con meno di 50 alveari a testa rappresentano il 91% delle attività e il 42% delle arnie, mentre quelli che svolgono l’attività in maniera professionale e spesso anche esclusiva sono un centinaio con il 45% degli alveari.

Il punto del presidente del Consorzio.

L’assessore regionale alle Risorse agroalimentari,Stefano Zannier, con il presidente del Consorzio Apicoltori Marco Felettig.

Ad aprire i lavori è stato il presidente del Consorzio, Marco Felettig, da poco eletto in occasione del rinnovo del direttivo a cui è seguito l’intervento di Zannier e il contributo di Rossano Cattivello sulla percezione nella pubblica opinione dei problemi dell’apicoltura. Per le relazioni tecniche sono invece intervenuti esperti di livello nazionale: Antonio Nanetti del Crea di Bologna che ha trattato l’impatto dei cambiamenti climatici, Franco Mutinelli dell’Izsve il cui contributo ha riguardato il contrasto alla presenza di un nuovo potenziale acaro che colpisce le api, mentre Giancarlo Naldi, direttore dell’Osservatorio nazionale miele, ha affrontato il tema del mercato con analisi e proposte. Il presidente nazionale dell’Unaapi, Giuseppe Cefalo, è intervenuto, invece, sull’importanza dell’associazionismo a supporto dei singoli apicoltori.

Il settore, per Felettig, si trova davanti a sfide epocali da affrontare uniti, perché grandi e piccoli apicoltori svolgono un ruolo essenziale non solo per l’economia e la filiera alimentare, ma anche per l’impollinazione della produzione agricola e dell’intero ecosistema locale.

Il 2024 un anno disastroso.

Felettig ha tracciato una sintesi del 2024 definendolo come “un anno disastroso, l’ultimo di una serie di stagioni infelici per l’apicoltura“. Gli apicoltori però non si sono lasciati scoraggiare e hanno cercato di far fronte alla situazione con tutti i mezzi, garantendo la sopravvivenza delle proprie colonie, mai come quest’anno vicine alla morte per fame.

Nonostante questi sforzi, però, il sistema produttivo apistico è entrato in crisi con aziende pronte a chiudere i battenti per mancanza di reddito e liquidità. Ma gli apicoltori hanno saputo fare fronte comune e si sono rivolti alle istituzioni con un grido d’allarme che è stato ascoltato.

Il neo presidente ha infatti ringraziato Zannier che ha raccolto quel grido d’allarme con una misura concreta: un contributo straordinario elargito a favore delle aziende apistiche che traggono un reddito significativo dall’apicoltura, andando così a mettere in sicurezza più della metà degli alveari allevati in regione.  Il Friuli Venezia Giulia, come ha riferito Felettig, è stata la prima regione, e fino a un mese fa l’unica, ad avere dedicato un occhio di riguardo al settore.

Durante l’incontro, il presidente ha manifestato l’esigenza del Consorzio di una nuova sede, perché gli uffici attuali non sono più funzionali all’attività che viene svolta; sul punto Zannier ha mostrato disponibilità assicurando al sistema la vicinanza e la presenza della Regione “faremo tutto quello che si può fare, troverete sempre aperta la mia porta”.