L’intervento dell’europarlamentare della Lega Elena Lizzi sui paletti Ue all’agricoltura.
Contro un’Europa che “ingabbia in mille divieti la produzione agricola, criminalizzandola, esponendola alla concorrenza sleale dell’estero e che, allo stesso tempo, vuole introdurre sui nostri mercati cibi a base di insetti e carne sintetica” serve lealtà, un ‘patto’ tra agricoltori e consumatori.
È quanto propone l’europarlamentare Elena Lizzi, del gruppo Lega -Identità e Democrazia, molto attiva durante questa legislatura nelle Commissioni per l’occupazione e gli affari sociali (EMPL), per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (AGRI) e nella Delegazione per le relazioni con i paesi del Mashreq (DMAS) e relatrice ombra di numerosi dossier, come quello sulla carta europea della disabilità e quello sulle Indicazioni Geografiche di alimenti e bevande.
“Ci stiamo battendo affinché la transizione ecologica non pesi sulle spalle degli agricoltori, che hanno diritto ad un equo compenso – spiega Lizzi -. Contrastiamo l’ambientalismo ideologico delle sinistre che vuole imporre eco-follie come quella del divieto assoluto di utilizzo dei pesticidi, senza dare strumenti alternativi”.
“La Lega, che ha sempre spinto per una politica di buonsenso, si è sempre opposta con decisione votando contro tutti questi tentativi. Oggi i fatti le stanno dando ragione, visto che la maggioranza di centrosinistra si è spaccata su diversi provvedimenti”.
Le proposte.
Contrasto, quello della Lizzi, ma anche proposta. “Agli agricoltori non vanno solo imposti divieti, ma vanno fornite alternative, perché il settore diventi più sostenibile non soltanto sotto l’aspetto ambientale, ma anche economico e sociale – aggiunge Lizzi -. Noi di Lega – Identità e Democrazia ci stiamo impegnando per il riconoscimento delle TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), che consentono di migliorare la resistenza delle piante, quindi della produzione, di combattere i cambiamenti climatici, di garantire un minore consumo di acqua e di ridurre l’uso dei pesticidi”.
Allo stesso tempo Lizzi difende il diritto dei cittadini europei a sapere cosa finisce nel proprio piatto e a poter scegliere prodotti locali. “Difendiamo le Indicazioni Geografiche dalla concorrenza sleale extraeuropea, ci opponiamo dall’obbligo per tutti i prodotti alimentari di avere le etichette Nutriscore, siamo contro la demonizzazione del vino ma per l’educazione ad un consumo moderato e consapevole, respingiamo le logiche speculative sulla pelle di agricoltori e consumatori – conclude l’europarlamentare-. A rigore di metafora, se l’Europa vuole avere radici solide, deve cominciare dal settore primario: l’agricoltura e la produzione alimentare. L’Italia in questo settore può guidare l’intero continente“.