Nuove misure per contro le aggressioni al personale sanitario.
Riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica questa mattina in Prefettura a Udine, alla che ha esaminato in particolare il caso dell’aggressione subita sabato da una specializzanda di 28 anni durante un turno di guardia medica all’istituto Gervasutta di Udine. Al tavolo hanno partecipato vicegovernatore Riccardo Riccardi, il prefetto di Udine, i questori di Udine e Pordenone e i vertici territoriali dell’Arma dei Carabinieri, i vertici della Guardia di finanza sia di Udine che di Pordenone, oltre al direttore della Struttura operativa regionale emergenza sanitaria e al direttore generale di Asufc.
“Costruttivo il confronto tra istituzioni, vertici dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale e forze dell’ordine per cercare insieme soluzioni efficaci per garantire sicurezza alle guardie mediche durante lo svolgimento del loro lavoro a servizio della comunità“.
“L’aggressività purtroppo è un fenomeno in aumento ed è un problema che va affrontato. Ci siamo assunti fin da subito l’impegno di verificare quali siano le dotazioni tecnologiche che si possono implementare nei presidi di guardia medica, non soltanto all’esterno delle strutture ma anche negli ambienti interni: i professionisti, cioè, devono avere la possibilità di conoscere quello che c’è fuori dall’ambulatorio tramite uno schermo o un videocitofono. Lo riteniamo un fattore importante, anche su suggerimento della stessa specializzanda aggredita, un’esigenza recepita durante il nostro recente incontro”, ha puntualizzato Riccardi.
“Ringrazio il prefetto di Udine Massimo Marchesiello per questo incontro che ha permesso di condividere anche l’importante l’indirizzo della procedura di un collegamento diretto con le questure nei casi in cui si renda necessario, nell’emergenza, per agire subito: un sistema cioè che metta in diretto contatto l’operatore sanitario con la sala operativa della questura. Anche ai carabinieri e alla Guardia di finanza va il mio ringraziamento per la sempre proficua collaborazione”.
“Il lavoro da fare adesso, in sinergia, è quello di garantire un’ulteriore implementazione del sistema di sorveglianza e videosorveglianza, che ricordo già esiste, per cercare di superare questo momento di difficoltà. Va detto che il problema delle aggressioni ai sanitari riguarda purtroppo tutto il territorio nazionale, frutto di una società che vive un delicato periodo di tensione sociale spesso sfociante nella violenza fisica”, ha aggiunto il vicegovernatore.
“Forse anche qualche misura esemplare nei confronti di chi aggredisce infermieri e medici che operano con sacrificio a servizio di chi sta male e della comunità tutta, sarebbe necessaria”, ha osservato, concludendo, Riccardi.