Addio a Bruno Sacco, dal Friuli a Stoccarda per disegnare la storia delle Mercedes

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Il mondo dell’automobilismo piange la scomparsa di Bruno Sacco, leggendario designer nato a Udine nel 1933, che ha rivoluzionato il corso stilistico di Mercedes-Benz nel dopoguerra. Sacco, che avrebbe compiuto 91 anni a novembre, è morto lasciando un’eredità incancellabile nella storia della casa tedesca, per cui lavorò dal 1958 fino all’inizio degli anni Duemila. La sua carriera ha segnato un’epoca, rendendo i suoi modelli simbolo di eleganza e innovazione.

La carriera di Bruno Sacco: da Udine a Stoccarda

Nato in Friuli, Bruno Sacco trascorse un’infanzia segnata dalla guerra. Nel 1940, con il padre impegnato sul fronte come alpino, si trasferì a Tarvisio con la madre. Lì, il giovane Sacco iniziò a maturare un interesse che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita: l’automobile. L’incontro folgorante con una Studebaker, vista per le strade di Tarvisio, accese in lui la passione per il design automobilistico. Dopo il diploma conseguito nel 1951, frequentò il Politecnico di Torino, dove si iscrisse a ingegneria meccanica. Iniziò a collaborare con la Ghia e successivamente a entrare nel mondo della Mercedes-Benz nel gennaio del 1958.

Nel 1975, Sacco divenne capo del centro stile di Mercedes-Benz, carica che gli permise di lasciare un’impronta indelebile su una delle case automobilistiche più prestigiose al mondo. Tra i suoi capolavori più iconici si annoverano la Mercedes 190, conosciuta come “Baby-Benz”, la 560 SEC e l’intramontabile Classe G, un modello che, anche nelle sue versioni più moderne e persino elettriche, conserva ancora oggi il tocco inconfondibile del maestro friulano.

La filosofia del design secondo Bruno Sacco

Il contributo di Sacco alla Mercedes-Benz non fu soltanto estetico, ma anche concettuale. Il designer friulano elaborò una visione unica del design automobilistico, fondata su due principi chiave: l’omogeneità orizzontale e l’affinità verticale. La prima implicava un chiaro “family-feeling” tra i modelli della gamma, garantendo una coerenza stilistica riconoscibile nel tempo. La seconda permetteva a ogni nuovo modello di evolvere senza mai tradire l’essenza dei predecessori, mantenendo un legame di continuità estetica e valoriale. Questa filosofia di design senza tempo permise a Sacco di creare auto che, ancora oggi, sono considerate sinonimo di classe e durabilità.

Negli anni ‘70 e ‘90, il suo stile influenzò profondamente l’intera gamma Mercedes-Benz, contribuendo all’espansione del marchio verso un pubblico più ampio e diversificato. Fu grazie alla visione di Sacco che Mercedes entrò nel mercato delle compatte con modelli come la Smart e la Classe A, e si affermò nel segmento dei SUV con la Classe ML, oltre a creare sportive di successo come la SLK. Il tutto senza mai abbandonare l’eleganza e la solidità che hanno reso leggendario il marchio. La sua importanza nel mondo dell’automobile è stata riconosciuta anche a livello internazionale: nel 2006, Sacco è stato inserito nella Automotive Hall of Fame, la più alta onorificenza per chi lavora nel settore.