Addio a Bruno Romani, musicista jazz internazionale e cofondatore dei Detonazione

Bruno Romani aveva 65 anni ed era nato a Udine.

Si è spento venerdì in Toscana, all’età di 65 anni, il sassofonista, flautista e compositore friulano Bruno Romani. Malato da alcuni mesi, lascia la moglie e la figlia. Numerosi messaggi di cordoglio sono apparsi sui social da parte di amici, colleghi ed estimatori, che lo ricordano come un artista talentuoso e una persona di grande cultura e sensibilità.

Nato a Udine il 9 gennaio 1960, Romani ha trascorso l’infanzia a Tolmezzo. Negli anni Ottanta ha guidato i Detonazione, storica band della scena no wave e post-punk italiana, di cui fu voce, sassofonista e flautista. Tra i brani più celebri, Dentro Me, ripreso nel 1997 dai La Crus.

Formatosi tra Udine e Klagenfurt, aveva iniziato a suonare a soli 15 anni con il collettivo jazz di Andrea Centazzo e Daniele D’Agaro. Da allora, il suo percorso musicale è stato un continuo viaggio tra generi e influenze, dal jazz avant-garde alla musica elettronica e contemporanea.

Romani ha collaborato con artisti di rilievo come Alice, partecipando alla realizzazione di quattro album, e ha lavorato con etichette quali Fonit Cetra, Via Veneto Jazz e Splash. Parallelamente, ha sviluppato un’intensa attività jazzistica, suonando con musicisti come Glauco Venier, Gianni Basso, David Boato, Tristan Honsinger e Paolo Damiani. Negli ultimi anni aveva fondato il Monteggiori Ensemble e guidato formazioni come Organic Crossover Group e la Banda Disarmata, progetto pacifista ospitato anche al festival Udin&Jazz.

Romani amava il Friuli, dove tornava spesso per concerti e collaborazioni, e parlava sia friulano che il dialetto triestino. Artista eclettico e impegnato, ha dedicato alcune delle sue opere a Pier Paolo Pasolini, tra cui l’album CPPP Requiem.