La sposa aveva portato l’abito in una pulitura.
L’ultima volta che ha visto l’abito è stata quando lo aveva portato in pulitura, a giugno, dopo poche settimane dal suo matrimonio, poi il nulla. Questa è la sintesi della storia che vede come protagonista la giovane sposa Vanessa Bertolo, 32 anni, della provincia di Pordenone. Una vicenda che però non ha trovato ancora alcuna conclusione, nessun lieto fine.
Se per molti può essere un abito come un altro, per le spose non lo è, a maggior ragione per Vanessa. Per lei, infatti, il vestito è il sinonimo del “sogno”, un sogno che aveva dovuto posticipare per la pandemia. “Era il 2019 quando ho visto l’abito per la prima volta e ho capito che era il mio – racconta Vanessa – mi faceva sentire come una principessa”. Le nozze in programma per il 2020, però, a causa della pandemia non si sono potute svolgere. “Come molte altre coppie, abbiamo preferito rimandare anche noi il matrimonio – afferma Vanessa – e non vedevo l’ora di mettere il mio abito”.
La vicenda.
Passano i mesi e finalmente a giugno 2021, Vanessa ha potuto indossare il tanto amato abito. Poi la decisione di portarlo a pulire nella lavanderia di fiducia, in provincia di Pordenone e qua mai avrebbe immaginato che sarebbe iniziata una storia infinita. “Dopo qualche settimana dal matrimonio, io e mio marito abbiamo deciso di portare a pulire entrambi i nostri abiti – racconta Vanessa – una volta lì, abbiamo anche detto che non avevamo troppa fretta ed eravamo rimasti d’accordo che ci avrebbero avvisati quando sarebbero stati pronti”. Per la sposa non c’erano problemi di tempi, anche perché comprendeva molto bene che per le lavanderie questo è il periodo delle trapunte e viene data precedenza alle coperte.
Essendo anche in buoni rapporti con i titolari della lavanderia, Vanessa era molto tranquilla. Ad agosto riceve infatti la comunicazione che l’abito di suo marito era pronto per il ritiro. Una volta arrivata in lavanderia, però, la prima sorpresa amara. “Quando ho chiesto notizie sul mio abito mi hanno informato che, essendo un capo voluminoso, l’avevano portato in un’altra pulitura nella provincia di Treviso“, continua Vanessa. In un primo momento, Vanessa era rimasta un po’ scettica, perché preferiva essere avvisata prima, ma era stata tranquillizzata dicendo che l’avrebbero chiamata non appena pronto.
Dopo un po’ un secondo episodio iniziò a sospettare la giovane sposa. Al marito infatti era stato chiesto di mandare le foto dell’abito. Dalla pulitura dicevano che probabilmente si era staccato il codice a barre dall’abito e quindi volevano fare delle verifiche in magazzino. “Anche in questo caso ci hanno detto poi di stare tranquilli – racconta Vanessa – e che appena sarebbe stato trovato e sistemato, mi avrebbero contattato”.
La perdita dell’abito.
A metà ottobre però la brutta scoperta. “Ho avvisato che sarei passata nella lavanderia di Pordenone per portare una cosa a lavare – continua Vanessa – e che avrei avuto piacere di avere notizie sul mio abito”. Quel pomeriggio la verità venne a galla: l’abito non si trovava più, anche se risultava ancora giacente a Treviso. Un vero e proprio shock per la giovane sposa.
Insieme a Vanessa si è attivato anche il marito, che ha chiamato il titolare della lavanderia di Treviso. Alle domande dello sposo, il titolare aveva risposto che neanche loro capivano cosa fosse successo. “Ha detto che forse un’operatrice aveva confezionato il mio vestito con un pezzo di un altro abito – afferma Vanessa – anche se non capisco come, essendo il mio un pezzo unico”. È stata poi la stessa lavanderia di Treviso a dire che si sarebbero potuti risentire in caso di aggiornamenti. “Questo è successo circa due settimane fa – racconta Vanessa – e ad ora non ho più saputo nulla”.
L’appello della sposa.
“Ho deciso quindi di fare tutto il possibile per ritrovare il mio abito – continua Vanessa – perché almeno voglio essere sicura di aver fatto tutto il possibile”. Così, la decisione di pubblicare un appello su Facebook rivolto in modo particolare a tutte quelle giovani spose che durante l’estate sono andate a ritirare il proprio abito da sposa. “Mi hanno detto che c’è l’assicurazione: non è una questione di soldi, ma di valore e legame affettivo – commenta Vanessa – lo desidero anche se è rovinato, non mi interessa, l’unica cosa che voglio è riaverlo”.
Un fatto molto spiacevole e che sicuramente le spose possono ben comprendere. L’episodio, infatti, ha mosso tantissima solidarietà. “In tutta questa storia, una cosa bella c’è stata – conclude Vanessa – in molti mi hanno scritto messaggi, anche in privato, facendomi sentire la loro vicinanza e affetto”. Ad oggi purtroppo non c’è alcun finale per la ricerca dell’abito scomparso, ma la speranza di ritrovarlo per Vanessa c’è ancora.