Una serata di ringraziamento alla Protezione Civile e ai suoi volontari.
Sono stati 209 i volontari di Protezione civile che hanno preso parte alla missione per prestare soccorso alla Romagna alluvionata, provenienti da 75 Comuni del Friuli Venezia Giulia, partiti in 13 colonne mobili, insieme a 13 funzionari della Pv Fvg.
La missione, chiamata “Romagna Mia”, ha richiesto uno sforzo di 1.672 giornate/uomo; 81 i mezzi impiegati che hanno percorso 61.000 chilometri. Predappio, Forlì e Ravenna le aree dove sono stati impiegati funzionari e volontari insieme a due associazioni di protezione civile del Friuli Venezia Giulia.
“Il dovere, la responsabilità e il compito più alto che ci spetta è fare in modo che questa straordinaria esperienza continui nel tempo – ha detto l’assessore regionale Riccardo Riccardi, ieri nella serata organizzata per ringraziarli -: trasmettere i valori che incarna la Protezione civile, nel nostro Friuli Venezia Giulia e nell’intero Paese, dove rappresenta una delle punte più avanzate del sistema, significa consegnare alle nuove generazioni una società che si supporta, forte del significato concreto della sussidiarietà e solidarietà”.
Tra le attività svolte quelle di pulizia delle strade, delle case, di edifici pubblici come le scuole, di supporto per la liberazione di paesi rimasti isolati. Significativa l’attività legata al recupero di 20mila volumi della biblioteca vescovile di Forlì – alcuni rari del 1500 e del 1600 – sommersi dal fango, svolta in piena collaborazione e sotto la direzione dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale (Tpc), e della Soprintendenza.
“Abbiamo dato la nostra disponibilità immediatamente non appena giunta la richiesta dal Dipartimento nazionale di Protezione civile: in poche ore abbiamo organizzato la prima colonna mobile, partita dalla sede di Palmanova – ha ricordato Riccardi -. Una capacità organizzativa e una efficienza che non sono frutto del caso ma rappresentano un traguardo raggiunto con
continui investimenti, grazie alla formazione, all’innovazione tecnologica, alla specializzazione”.
“Nel tempo, la politica non si è mai divisa sul fronte protezione civile, perché nella necessità e nello stato di bisogno abbiamo sempre agito in maniera compatta e abbiamo dimostrato ancora una volta quanto sia forte questo sistema: prima Vaia, poi la pandemia. Così lo è stato per tutte le altre emergenze. La capacità di reazione immediata di questo Sistema è stata dimostrata anche negli ultimi giorni con l’ondata di maltempo che ha colpito numerosi paesi del nostro Friuli
“Abbiamo raggiunto la capacità tecnica, tecnologica, di competenza, e l’alta specializzazione per intervenire in tempi rapidissimi e con grande efficacia in qualsiasi teatro d’emergenza, si tratti di terremoti, alluvioni, incendi o altri eventi calamitosi. È questa la forza che vogliamo trasmettere ai nostri giovani, per i quali nel 2023 abbiamo attivato per la prima volta i campi estivi della Protezione civile nei loro territori di residenza: è questa la società che vogliamo per il nostro futuro”.