I numeri degli immigrati minorenni in Friuli.
Il tema dei minori stranieri non accompagnati sta diventando sempre più caldo: balzati alle cronache per episodi di risse, rimpallati da un Comune all’altro, gli immigrati minorenni che arrivano in Friuli sono sempre di più. Nell’ultimo anno, sono stati 1200. E, secondo un report della Direzione Generale dell’immigrazione, la nostra regione è terza in Italia, dopo Sicilia e Calabria, per questo tipo di arrivi.
Un fenomeno che, secondo il consigliere regionale di Fi Roberto Novelli, rappresenta “un’emergenza che non possiamo né vogliamo minimizzare – ha detto -. I flussi di minori stranieri non accompagnati costituiscono un fenomeno che ha assunto proporzioni molto significative, a fronte dei numeri esigui dei tutori di immigrati minorenni, o presunti tali. Se gli ingressi sono oltre mille e 200 e i volontari non arrivano al centinaio, quindi, è evidente che siamo al cospetto di un problema”.
La crescita di questi flussi si registra in tutta Italia, con le segnalazioni di minori stranieri non accompagnati che sono triplicate in due anni: dagli oltre 6mila di febbraio 2021, infatti, si è arrivati ai quasi 20mila dello stesso mese del 2023.
“Ci sono due strade – ha continuato Novelli -, perfettamente compatibili, che non possono prescindere dallo Stato centrale: una è formare più figure in grado di maneggiare questa materia delicata, come sta già facendo il garante; l’altra, non meno importante, è trovare un modo per arginare questi flussi ed evitare che il territorio venga destabilizzato”.
“Il Fvg – rileva Novelli – è la porta di ingresso di questo esodo di afgani e pakistani. Parliamo di ragazzi la cui gestione impone lucidità, consapevolezza e, contestualmente, fermezza. Accanto al
tema dei numeri, inoltre, si pone anche quello dell’approccio culturale: ogni giorno la cronaca locale porta infatti esempi di risse, violenze e atti che mettono impietosamente a nudo le difficoltà del processo di integrazione“.
“Ribadisco – conclude Novelli – che le porte di ingresso devono essere presidiate. In aggiunta, servono strutture adeguate, organici delle forze dell’ordine consoni e regole che consentano
loro di intervenire con l’autorevolezza necessaria. Quanto ai tutori dei minori, è bene continuare a creare percorsi formativi ad hoc, a condizione però che chi entra nel nostro territorio ne rispetti le regole”.